In genere Juventus-Fiorentina non ha bisogno di spunti particolari in sede di presentazione. Partita che di per sé racconta storia e rivalità. Stavolta però sarà anche la gara di Moise Kean. Impossibile non segnarsi la data del ritorno allo Stadium, anche se le cose non sono andate come sperava. "Alla Juve avevo grandi aspettative - ha dichiarato a Sky Sport all’interno di una sala di registrazione dove si è parlato tanto anche di musica -, soprattutto quando sono tornato volevo essere protagonista. Ci sono state delle scelte che non mi sono andate bene, mi hanno tirato giù il morale. Poi ho subìto vari infortuni, mentalmente non c’ero. Questo fa tantissimo a un giocatore, se non hai la fiducia è difficile e io me la sono dovuta gestire un po’ da solo, la squadra non mi ha aiutato moltissimo a uscire da quel periodo. A me piacciono molto le sfide: questa è una partita fra me e me".
Moise si gode il successo del suo primo album da rapper, ma sa bene che la scelta di accettare la Fiorentina gli ha salvato la carriera a livello calcistico. "Quando Palladino mi chiamò mi chiese come stavo, voleva conoscere il mio umore. Per me non sono state delle vacanze tranquille, era un periodo in cui dovevo prendere delle decisioni e lui mi ha convinto con il suo progetto. Dalla prima chiamata mi ha fatto capire che aveva fiducia in me. Dopo il buio c’è sempre la luce: menomale ho trovato la Fiorentina che ha creduto in me". E domani davanti ai suoi vecchi tifosi avrà l’occasione di mostrare il proprio valore, anche se i 14 gol stagionali (12 quelli di Vlahovic) sono già un buon motivo per far mangiare le mani ai dirigenti bianconeri.
Alessandro Latini
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