Intelligenza artificiale: il mercato 3.0 è già qui

Come potrebbero cambiare acquisti e cessioni, fra amarcord e rischi. Al convegno premiato Italiano: "Il mio futuro? Prima voglio la Conference" .

Intelligenza artificiale: il mercato 3.0 è già qui

Intelligenza artificiale: il mercato 3.0 è già qui

Si può fare calciomercato ai tempi dell’intelligenza artificiale? La domanda è lecita e forse la risposta varierà a seconda delle generazioni di agenti e direttori sportivi a cui la si rivolge eppure ci sono esempi eccezionali che testimoniano come, tramite i data base e i sistemi informatici, sia possibile andare anche oltre il più antico (e nobile) occhio umano nella scrupolosa ricerca dei talenti più nascosti. Insomma, l’intelligentza artificiale come nuovo riferimento del mercato che verrà? Chissà, manager, ds e addetti ai lavori come riusciranno a interffacciarsi.

Di questo si è parlato nel corso del seminario curato dall’Ussi e dal Mcl "Il calciomercato ai tempi dell’intelligenza artificiale" che è andato in scena presso l’aula magna di Coverciano, alla presenza anche del presidente della FIGC Gravina e di illustri personalità del mondo sportivo, da due presidenti di Serie A come Urbano Cairo e Fabrizio Corsi a firme di prestigio del giornalismo come Sandro Sabatini, Ciro Venerato e Giorgio Porrà.

A prendersi subito la scena, tuttavia, è stato il tecnico della Fiorentina Vincenzo Italiano che chiamato a presenziare all’evento (teatro anche della IV edizione del premio nazionale "Inside the sport") ha ritirato il riconoscimento come miglior tecnico emergente e ha fatto il punto della situazione in casa viola a pochi giorni dalla finale di Conference, che il tecnico sogna di dedicare alla memoria di Joe Barone: "La sua scomparsa è stata un brutto momento per tutti noi, soprattutto perché lo vivevamo quotidianamente" è stato il pensiero del mister: "Ogni giorno cerchiamo di trovare quell’energia positiva per dare una soddisfazione alla sua famiglia e sono convinto che Joe da lassù ci darà una spinta per questa finale".

L’obiettivo, dunque, è quello: vincere per chiudere al meglio un triennio a cui manca solo la ciliegina: "Firenze merita un trofeo. Possiamo rifarci dopo le delusioni di un anno fa, visto che abbiamo avuto la possibilità di arrivare di nuovo in fondo a questo torneo. Vogliamo arrivarci con maggiore attenzione perché i dettagli faranno la differenza". Blindato invece ogni discorso sul futuro, su cui Italiano preferisce far muro: "In questo momento l’avvenire di ogni singolo tesserato passa in secondo piano: la concentrazione per questa finale è l’unico pensiero. Solo dopo si tireranno le somme".

Andrea Giannattasio

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