REDAZIONE FIRENZE

Italiano è incredulo. "Così non va bene. Dobbiamo segnare»

Il tecnico mastica amaro dopo una sconfitta ancora senza reti "Negli ultimi minuti del primo tempo abbiamo concesso troppo".

"Così non va bene. Dobbiamo segnare"

"Così non va bene. Dobbiamo segnare"

Amareggiato. A tratti sconcertato. Vincenzo Italiano non si dà pace nella pancia di ‘San Siro’ al fischio finale dell’arbitro Di Bello. "Non è possibile non aver segnato nemmeno un gol dopo un secondo tempo così". Lo ripete ai suoi collaboratori e pure davanti ai microfoni. Infastidito è dir poco. "Non riesco a capire come non la si possa buttare dentro. Vedo tante partite in cui al minimo assedio tutti trovano giocate e gol. Noi non siamo decisivi e dobbiamo trovare la soluzione, magari anche cambiando qualcosa a livello di posizioni come abbiamo fatto lo scorso anno perché così è davvero un peccato". La notizia è qui, in un’idea di cambiamento che sarà approfondita nei prossimi giorni. Vedremo.

Sta di fatto che le sue punte continuano a latitare. Italiano alza il tono quando si parla di Beltran e Nzola. "Se diventa un problema di testa o ambientale al quale non sanno reagire vuol dire che non devo farli più giocare? Sarebbe un problema. Io sono convinto che a livello individuale qualche domanda ce la dobbiamo fare. Continuiamo a lavorare e ricercare questo talento della finalizzazione che può sbocciare da un momento all’altro e speriamo di trovarlo il prima possibile".

L’analisi del match è piuttosto lineare. "Gli ultimi dieci minuti del primo tempo abbiamo concesso troppo, in quel calo abbiamo subìto il rigore. Nel secondo tempo c’è stata grande reazione, i ragazzi mi sono piaciuti, rimane il problema del gol. Lavorare così tanto nella metà campo avversaria a San Siro è un merito, ma ci vuole più ferocia lì davanti. Un gol dovevamo farlo ed era meritato, la ripresa è stata da grande squadra". In conclusione Italiano indica la strada. "Così non basta, bisogna diventare fortissimi, lo dico sempre ai ragazzi, ci manca solo quel passo in più e penso che ci manchi poco per farlo".

Alessandro Latini

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