REDAZIONE FIRENZE

Italiano e lo strano livore. Un inizio partita cordiale. Con il finale senza garbo. Esultare si può, non così

Questione di opportunità, soprattutto nei confronti dell’avversario. Che non c’è

Un inizio partita cordiale. Con il finale senza garbo. Esultare si può, non così

Questione di opportunità, soprattutto nei confronti dell’avversario. Che non c’è

La sensazione è che in quella zona di campo il cantiere sia ancora aperto e che l’indisponibilità di Edoardo Bove abbia affrettato un percorso che avrebbe trovato la completa maturazione più avanti. In sintesi: la coesistenza di Beltran e Gudmundsson ha bisogno ancora di allenamenti e lavoro. Non tanto perché i due non si trovino (nello stretto si sono viste cose molto interessanti) quanto perché il Vichingo sulla sinistra ha bisogno di trovare tempi e automatismi. Lo si è visto chiaramente al Dall’Ara, dove spesso tendeva ad accentrarsi. La strada può essere quella giusta anche se oggi la presenza di Riccardo Sottil assicura probabilmente qualcosa in più.

Chiaro che a questo punto le variabili siano almeno un paio. Il classico bivio tattico che ogni tanto si para davanti a Raffaele Palladino. Continuare sul solco del 4-2-3-1 o virare sul 4-3-2-1? L’albero di Natale oggi sembra essere il sistema di gioco più congeniale per una squadra che dietro a Kean vuole utilizzare le qualità e le caratteristiche del 9 e del 10. Una mezzala in più (Colpani?) e un esterno offensivo in meno (in questo caso Sottil), ma la possibilità di portare dentro il campo sia Gud che Lucas. Il due-uno tra la trequarti e l’attacco è da sempre il sistema preferito del tecnico campano e già prima del malore di Bove c’era la sensazione che la Fiorentina stesse provando un qualcosa del genere per inserire l’islandese nello scacchiere tattico.

"Sarei un pazzo se cambiassi adesso". E su queste parole recenti di Raffaele Palladino non si può che essere d’accordo. Perché alla fine vale qualsiasi riflessione uno voglia proporre, ma la Fiorentina ha messo insieme otto vittorie consecutive e dieci risultati utili in campionato con il 4-2-3-1. Beltran avrà probabilmente altre occasioni per trovare continuità in una zona di campo un po’ diversa da quella abituale. A Bologna 42 palloni toccati, il 65% di passaggi riusciti, cinque dribbling riusciti sui cinque tentati. Qualità che non si discute, ma mai è riuscito a rendersi pericoloso. Tempo al tempo, se Palladino deciderà di continuare sul solco del 4-2-3-1 avrà la possibilità di studiare ancora per trasformarsi in un esterno vero e proprio. Magari un po’ atipico per caratteristiche, ma la Fiorentina non può rinunciare alla sua qualità.

Alessandro Latini

Continua a leggere tutte le notizie di sport su