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Martina, il cuore viola che incanta Parigi

Tennis. La storia della fiorentina Trevisan. Dal campetto in provincia di Pisa, a Perignano al Tc Prato. Il maestro: "Le vittorie la caricano"

Se dovessimo chiederle qual è il suo colore preferito risponderebbe al volo, senza pensarci un attimo: il viola, a dispetto di chi lo considera un tabù per molti artisti. Anche lei, di fatto, è un’artista, protagonista sui campi da tennis con la racchetta, ma questa sua scelta è legata alla passione che nutre da sempre per la Fiorentina. Una "fede", a dire il vero, non facile da manifestare apertamente nella città in cui vive – Pontedera – e al cospetto di moltissimi amici che tifano bianconero. Ma il fatto di essere nata a Firenze 28 anni fa (29 il prossimo 3 novembre) le ha lasciato dei segni indelebili nella mente e nel cuore. La semifinale raggiunta – dopo i quarti del 2020 – al Roland Garros, e la sua prima vittoria in un torneo WTA, ottenuta a Rabat dieci giorni fa, la dicono lunga sullo stato di forma e il carattere di un’atleta che nel 2009 aveva appeso la racchetta al chiodo per una forte depressione che l’aveva portata all’anoressia e che dal 2014 (l’anno della sua ripartenza). Merito suo, ovviamente, ma anche della madre Monica, maestra di tennis con cui ha iniziato a giocare a quattro anni su un campetto a Perignano, in provincia di Pisa, e che l’ha seguita fino a dieci; e di Matteo Catarsi che l’ha presa in consegna e tirata su al Tennis Santa Croce sotto gli occhi ammirati del grande Mauro Sabatini, l’indimenticato patron di quel circolo. "Ci ho sempre creduto, confessa l’artefice di questa carriera nella quale Martina aveva già vinto tutto fra gli under 12 (anche la prestigiosa Coppa Lambertenghi), gli under 14, e gli under 16.

Nata e cresciuta in una famiglia di sportivi (della madre abbiamo detto, il padre Claudio calciatore di B con Mantova e Sambenedettese, e il fratello Matteo anche lui tennista top al mondo tra gli juniores), manifestò da subito il suo talento, con un diritto mancino di rara potenza e una intelligenza tattica superiore alla media. Poi quel black-out che avrebbe potuto cancellarla dal giro e quella ripresa sorprendente cui pochi avrebbero potuto credere, forse neppure lei stessa. Due anni alla corte di Tathiana Garbin, ex tennista di spicco, poi capitana di Federation Cup al posto di Corrado Barazzutti, poi di nuovo con Matteo Catarsi al Centro Coni di Tirrenia. Nel mezzo anche i titoli italiani a squadre di serie A vinti con la maglia del Tc. Prato. "Quando si arriva così in alto – spiega il maestro – non è mai un caso, oltre al talento ci vuole una forza interiore immensa. E Martina ce l’ha: le vittorie la caricano ma le sconfitte la stimolano a ripartire".

Franco Morabito