
Tifosi della viola che condividono momenti di gioia e sofferenza durante la partita
Moise Kean lo sa bene. Sulla sua strada c’è il difensore più scorbutico del campionato. Non necessariamente il più forte, ma Yerry Mina è personaggio da tenere d’occhio. Totem della difesa del Cagliari fin da quando, nel mercato invernale dello scorso anno, è passato dai viola ai rossoblu. Allora lo volle fortemente Claudio Ranieri per puntellare una difesa che con lui avrebbe poi retto fino alla salvezza. Davide Nicola non si è lasciato pregare.
Titolarissimo in coppia con il fedele Luperto. Carattere particolare, provocatore in campo e timido fuori dal rettangolo verde. Uno come lui è un tipo da studiare. Ricordate quando in Coppa Italia contro il Bologna strizzò il capezzolo a Zirkzee pur di tenerlo buono? Trucchetti vecchia scuola, da campi polverosi di infima categoria. Di quando il Var in Serie A era solo un miraggio e difensori come lui potevano ricorrere un po’ a tutto pur di fermare gli attaccanti avversari. Spesso ai limiti del giallo, ma là dietro fa sentire eccome la sua presenza. E la sfida con Kean sarà di quelle a tutto gas. La fisicità non manca nemmeno al centravanti di Palladino, ancorato a un super presente in attesa di definire i contorni del futuro. A Cagliari Moise va a caccia del ventiquattresimo centro stagionale in maglia viola, rincorre Retegui nella classifica marcatori e punta almeno alla Top10 per quanto riguarda quella della Scarpa d’Oro.
Di certo a portata di mano ha i record della recente storia viola. Con un’altra rete raggiungerà Alberto Gilardino a quota 24 (stagione 2008/2009), poi guarderà ancora più in alto. Per tenere ancora viva la corsa all’Europa per la strada del campionato e per dar battaglia al Betis in semifinale di Conference League a Palladino serviranno ancora i suoi gol. Il numero di reti pattuito/scommesso a inizio stagione fra tecnico e attaccante è già stato ampiamente superato, come le aspettative di tutti i tifosi viola. Ma Moise vuole arrampicarsi ancora più sù. Anche oltre Yerry Mina.
Alessandro Latini
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