RICCARDO GALLI
Sport

Motociclismo femminile. Vale, le corse, i no del... babbo. Sara batte tutti

A tu per tu con la giovane pilota fiorentina. "La svolta? Quella mini-moto vinta alla lotteria"

Sara Cabrini al box del Team Granara con cui corre l’Europeo 300 femminile

Firenze, 5 agosto 2023 – Corre, vince, si diverte e sogna, Sara Cabrini. Fiorentina doc, costretta (si fa per dire) a trasferirsi a Roma per ragioni di lavoro, è oggi la portabandiera dell’Italia nell’Europeo 300 di motociclismo. Ventisei anni alla fine del mese, Sara ha il ‘polso’ del pilota di razza e le idee chiare. Decisamente chiare.

"Alla mia età – sorride – è ormai difficile entrare nel campionato maschile della Moto3, ma si vocifera che dopo l’Europeo, potrebbe nascere il Mondiale femminile… Beh, io sono pronta. Assolutamente".

Dall’asilo alle ambizioni mondiali: si ritrova in questa definizione?

"Altro che. Ero piccolissima quando ho fatto capire al babbo che il mio sogno era di correre in motocicletta".

Tutta colpa di?

"Diciamo di Valentino Rossi (ride di nuovo, ndr). Vedevo le sue gare in tv, lo vedevo vincere, divertirsi e fare cose da matti. Al babbo, Francesco, dissi senza pensarci due volet che io da grande volevo fare come lui. Come Vale lì. Correre, regalare emozioni".

E la risposta quale fu?

"No. Non esiste: questo fu quello che mi disse il babbo. Poi… in qualche modo ci si è messo di mezzo il destino".

Ovvero?

“Un giorno, eravamo insieme in auto. Vedemmo una pista dove giravano delle mini-moto. Io ricominciai il pressing, mio padre rimase fermo sulla sua posizione, poi a Natale… ecco l’incredibile. A una lotteria sapete che cosa vinse? Una mini-moto cinese e io la trovai sotto l’albero come regalo".

Valentino, il regalo (incredibile) di Natale ed eccoci in pista, giusto?

"Esatto. E il babbo fu il primo a starmi accanto, insieme a Gianluca Bandini, meccanico di Scarperia, a due passi dal Mugello. Due anni di campionati di Minimoto, poi il salto nella MiniGp e … diciamolo, risultati buoni per spingermi a continuare a testa bassa nella direzione del sogno. Del mio sogno".

Nell’Europeo 300 come nel Superbike Civ, i risultati sono arrivati subito, insieme al suo team, il team Gradara.

"Il podio è il mio traguardo minimo. Poi… per carattere io sono qui per vincere, per tentare di vincere il più possibile, anche se ho rivali molto forti. Specie una ragazza spagnola…".

Il lato del suo carattere che più la rappresenta?

"Sono competitiva. Molto competitiva. E dopo una sconfitta… sono sincera, la prendo sempre piuttosto male".

Lavoro, pista, vita privata: mica facile tenere in equilibrio questo mix per una ragazza di 26 anni…

"Diciamo che ho giornate piuttosto intense. Per fortuna il mio lavoro è vicinissimo alla mia attività sportiva. Lavoro in un’azienda, la PMT Tyres della famiglia Pauselli, che si occupa di pneumatici. Sì, di gomme. Io faccio la social media-manager, ma visto il settore ho la possibilità di collaudare e testare gomme in pista e per me è una sorta di allenamento. Poi faccio tanta corsa, palestra e via dicendo".

Da Firenze al sogno Mondiale, ma Firenze non le manca un po’?

"Non scherziamo. I miei genitori sono tutti lì. Come tanti amici. E io ogni volta che torno a Firenze è come se mi riprendessi una boccata di ossigeno vitale. E’ la mia città".

Donne e motociclismo: il progetto di Aurora Angelucci che gestisce un team di sole ragazze nel Mondiale Moto3, è la strada giusta?

"Aurora fa tante cose importanti per il nostro sport. E’ giusto far sì che le ragazze che amano le moto si avvicinino da giovanissime a questa attività e lei, Aurora, punta molto su questo. E fa bene".

Guardando ai campioni delle due ruote: il suo idolo assoluto è ovviamente...

"Rossi è il mito. E’ stato, sinceramente, un punto di riferimento per me. Per inquadrare il mio sogno di pilota. Ma anche Marquez, dai... magari non ha la simpatia di Valentino, ma questo sta bene ed è al meglio è un febnomeno assoluto".