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Prof Palladino. Da Berlusconi alla tattica: tesi da 10 e lode

Il lavoro che ha ’laureato’ allenatore il tecnico viola. L’obiettivo? Formare sempre "giocatori pensanti".

Da Berlusconi alla tattica: tesi da 10 e lode

Da Berlusconi alla tattica: tesi da 10 e lode

C’è una frase più che mai iconica che apre e chiude la tesi di 30 pagine discussa da Raffaele Palladino nel settembre 2023 a Coverciano (elaborato che gli ha garantito, con un ottimo voto, la qualifica Uefa Pro) ed è una massima che il tecnico della Fiorentina ha sentito tante volte pronunciare da Silvio Berlusconi, l’uomo che prima di tutti ha avuto fiducia in lui e gli ha permesso di cominciare di percorso di allenatore al Monza: "Chi ci crede combatte, chi ci crede supera tutti gli ostacoli, chi ci crede vince". Un aforisma che "Raf" ha scelto di abbinare a quello che, di fatto, è il compendio delle sue idee di calcio, della sua filosofia ma, in sostanza, anche della sua storia. Non è un caso che il titolo dello scritto conservato nella biblioteca del Centro tecnico sia "Dal settore giovanile alla prima squadra: l’evoluzione della metodologia": un viaggio ideale tra i suoi esordi - con il 4-3-1-2 come modulo base - in qualità di mister nel settore giovanile (grazie alla chiamata di Adriano Galliani, autore della prefazione della tesi nella quale il dirigente definisce la scelta di promuovere Palladino in prima squadra come una "decisione coraggiosa come quella presa con Sacchi al Milan nel 1987") e delle sue attuali metodologie di lavoro tra allenamenti, partite e uno schema di partenza, ovvero il 3-4-2-1. Tre sono i verbi fondamentali che, secondo l’ex Monza, un tecnico deve mettere in pratica coi suoi giocatori: trasmettere, conoscere e sapere, con l’obiettivo di formare quelli che il tecnico chiama "giocatori pensanti".

La tesi, articolata in sei capitoli, prende in esame l’importanza della scelta dei collaboratori all’interno di uno staff tecnico, del legame tanto con il team manager quanto con il ds e soprattutto evidenzia il valore di avere un rapporto vero e leale coi giocatori: "Io ho bisogno di voi e voi di me" è il motto che apre il quinto capitolo dello scritto, che spiega come il dialogo debba essere sempre alla base di tutto al fine di avere un gruppo coeso. La parte finale è dedicata quindi ai risvolti del sistema di gioco, il già citato 3-4-2-1 che in fase di possesso diventa 3-2-4-1 o 3-1-5-1 (e nel quale gli spunti chiave sono la costruzione dal basso, resa possibile grazie all’abbassamento di un quarto di centrocampo e di un difensore laterale, nonché il concetto di "ampiezza" che porta a imprevedibilità e densità di uomini in zona palla) e che invece in quella di non possesso declina in un 5-4-1. Chiosa sugli allenamenti, che Palladino svolge in due modi: una seduta di 110’ improntata sulla forza massima, i duelli e le partite "a pressione" alternata a una da 112’ basata su forza a contrasto e tattica, con particolare attenzione alla ricerca del terzo uomo in fase di costruzione dal portiere. Il "Palla-show" è pronto a iniziare.

Andrea Giannattasio

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