Per spiegare la fase di involuzione verso cui è andato incontro Fabiano Parisi una mano, come sempre, arriva dai numeri. Freddi ma chiari: una presenza da titolare in tutto il 2024 (quella con l’Inter, a causa della squalifica di Biraghi), appena 16’ in campo nell’ultimo mese e cinque gare su undici passate tra panchina e tribuna nell’anno nuovo. Fin qui verrebbe da pensare che il classe 2000 sia andato incontro alla più classica delle bocciature da parte di Italiano, il quale dopo aver testato il terzino nel girone d’andata prima sulla fascia sinistra e poi sulla destra ha deciso alla fine di puntare su altri elementi.
La verità, tuttavia, è un’altra. E riguarda una fase di difficoltà fisica con cui ha dovuto fare i conti il talento di Serino, messo ko a febbraio da una forma aggressiva di tonsillite che dopo avergli fatto saltare la sfida col Frosinone gli ha addirittura impedito per alcuni giorni di allenarsi. Le conseguenze sono state la perdita del ritmo-gara, di un po’ di peso e un’inevitabile retrocessione nelle gerarchie del tecnico, deciso tuttavia domani con il Maccabi Haifa a rilanciare dall’inizio Parisi, che proprio a Budapest contro il Ferencvaros ha disputato l’ultimo impegno europeo dei viola, contribuendo a confezionare un 1-1 che è poi servito alla Fiorentina per qualificarsi al primo posto del girone di Conference.
In quella gara giocò gli ultimi 28’ anchea Nzola, altro giocatore alla ricerca di se stesso che viaggia però spedito verso un posto nell’undici di partenza di domani, come ormai non gli capita dal 2 febbraio: l’angolano - che da quando Belotti si è preso la maglia da titolare ha collezionato 45’ in cinque gare - ha davanti a sé una delle ultime chances per provare a tener viva la concorrenza col Gallo. La sfida a distanza ripartirà in Ungheria.
Andrea Giannattasio
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