Lo slogan più ricorrente è stato ancora volta lo stesso: "Questa per Firenze non sarà mai una gara come le altre". Messaggio arrivato forte e chiaro alla Fiorentina, che alla vigilia della sfida contro la Juventus è stata sommersa da un mare d’affetto e adrenalina da parte della Curva Fiesole al momento di partire in direzione Torino. Presso il piazzale Montelungo, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella e dalla Fortezza, s’erano dati appuntamento quasi 500 persone. Tra rappresentanti del tifo organizzato, gente comune e famiglie che si trovavano in centro per fare shopping. Per il più classico sabato di fine anno.
Tutti insieme, con qualcosa di viola al collo, per dare il proprio calore a una squadra che contro la Vecchia Signora va a caccia di un impresa che manca dal dicembre 2020 ma sarà costretta a farlo senza la sua Curva al seguito (scelta comunicata venerdì a causa delle modalità di vendita dei biglietti per il settore ospiti dell’Allianz). Da brividi il discorso di uno dei capi ultras, che con tanto di megafono ha arringato Palladino e i suoi giocatori ai piedi del pullman: "Per noi quella con la Juve non sarà mai una partita qualunque. È giusto che lo capiate. Ce lo hanno insegnato i nostri genitori, noi lo tramandiamo ai nostri figli. Il vostro spirito deve incarnare quello che tutte le domeniche mostriamo noi sugli spalti".
E poi ancora: "Quest’anno non ci dava una lira nessuno. Per qualcuno eravate "scarti" e invece guardate dove siamo: chi indossa i nostri colori sarà mai uno scarto. Dimostratelo con coraggio e orgoglio a Torino. Noi saremo sempre al vostro fianco e ci toglieremo tante soddisfazioni". Ne sono seguiti applausi scroscianti, petardi, fumogeni e persino fuochi artificiali tra i classici cori battaglieri e più di una frecciata ai due ex di turno, Vlahovic e Gonzalez.
Il più acclamato (manco a dirlo) è stato Kean, esortato dal cordone di tifosi che ha scortato la squadra fini al binario a realizzare il più classico dei gol dell’ex. Insomma, il saluto della Fiesole alla squadra come una sorta di fischio d’inizio di una partita che per Firenze e la Fiorentina non sarà ma – e davvero – come tutte le altre.
Andrea Giannattasio
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