COSIMO
Sport

Screzi, litigi e mancanza di sintonia

Cosimo

Zetti

Che l’avventura di Gattuso potesse finire prima ancora di iniziare non ce lo saremmo mai aspettati. Eppure potrebbe essere così. Proprio adesso, proprio ora che ci eravamo messi alle spalle una delle stagioni più travagliate della Fiorentina, ora che la città aveva ritrovato l’entusiasmo e che l’arrivo di Ringhio era riuscito a dare la scossa ad un ambiente troppo a lungo relegato nel limbo della mediocrità. Neanche il tempo di tirare il fiato e cominciare a sognare: l’annuncio del tecnico in tempi rapidi, la visita al centro sportivo, le prime voci di mercato, le trattative avviate e alcuni acquisti, come quello di Oliveira, che sembravano ormai soltanto una semplice formalità. E anche Mendes, il super procuratore intorno a cui è maturata la rottura, sembrava essere garanzia di acquisti di un certo spessore, con una Fiorentina destinata a salire di livello, sia fra i club italiani che quelli europei. E’ successo il contrario. La spaccatura fra la dirigenza viola e Mendes, la mancanza di unità di vedute, forse anche la scarsa chiarezza alla base del rapporto che si è cercato di costruire, rischiano di gettare al vento settimane e settimane di lavoro. Così, dopo i saluti di Donadel, di Buso e di Dainelli (scelte societarie e addii comunque digeribili), è arrivato il fulmine a ciel sereno. La società si è arricchita della presenza di Burdisso, va bene, ma rimane la sensazione di una macchina fatta di tanti pezzi che sono difficili da assemblare. C’è Gattuso che ha chiesto carta bianca, ci sono gli affari di Mendes che cerca di imporre i suoi giocatori alle sue condizioni, c’è un’icona come Antognoni che non ha trovato un ruolo vero, c’è un ds come Pradè che non ha ancora rinnovato il contratto e c’è una società che non intende scendere a compromessi. Riuscire a trovare il bandolo della matassa è quasi impossibile. E che tutto ciò sia accaduto con il presidente a migliaia di chilometri di distanza non ci stupisce affatto.