L’Europa come palcoscenico della linea verde viola. Segnali forti e chiari in direzione del futuro, insomma. E questo per la Fiorentina e per Palladino vale quanto la super vittoria firmata con il piccolo Lask. Un’occhiata alla formazione ed ecco il racconto che porta dritto al lavoro delle giovanili. Del vivaio. Il primo riflesso è giusto concederlo a Martinelli, numero uno dal potenziale pregiato su cui la società viola lavora, crede e punta da tempo. Il primo fu il dg Barone, il resto lo hanno fatto gli allenatori e soprattutto lui, fiorentino di Bagno a Rivoli, rimasto a Firenze anche se coperto dall’ombra di De Gea, Terracciano e inizialmente di Christensen.
Martinelli c’è, ma nelle note consegnate ieri sera all’arbitro da Palladino c’erano anche altri viola frutto del vivaio: Luca Ranieri, al centro della difesa e Michael Kayode, anche lui sulla linea arretrata, come esterno di destra. Il primo è già una delle colonne della squadra, il secondo lavora per tornare ad esserlo. E poi Sottil, pungente come lo vorrebbe sempre Palladino. Anche Sottil è cresciuto con la maglia viola attaccata addosso fin da ragazzino. E a proposito di ragazzini, di sicuro si sarà emozionato Jonas Harder quando - direttamente dalla Primavera - è arrivato a giocarsi un pezzetto di una sfida di Conference. Un segnale importante in vista di un futuro che profuma già di belle sensazioni. Tutto questo sul campo, ma la linea verde era ben stesa anche in panchina, con Comuzzo (anche lui come Ranieri comunque nel quadro dei big) e il giovane Tommaso Rubino. Ma arriverà anche il suo tempo, questo è certo. Sì, il futuro viola è adesso.
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