Firenze, 28 dicembre 2023 – Nuova sfida all’orizzonte. Nuovo confronto fra due proprietà che non si stanno simpatiche, per usare un eufemismo. Al di là degli strascichi giudiziari, Fiorentina-Torino è l’occasione per un nuovo duello - stavolta in campo - tra Rocco Commisso e Urbano Cairo. Lo scorso anno la Fiorentina si prese tutto: ottavo posto in campionato e passaggio del turno in Coppa Italia. Ai granata rimase la vittoria nella gara d’andata, pochi giorni prima del turno secco di coppa. A poco servì, perché il pari a Torino dello scorso maggio avvicinò i ragazzi di Italiano all’obiettivo stagionale in attesa della squalifica della Juventus dalle coppe europee.
Come detto, al di là delle vicende giudiziarie, i duelli verbali sono spesso sfociati anche in aspetti più prettamente calcistici. In primis fuori dal rettangolo verde. Raramente, per non dire mai, le due società hanno avuto le stesse vedute su tematiche dibattute nelle assemblee di Lega (anche se recentemente Cairo ha ammesso di aver cambiato idea - prima era favorevole - sull’ingresso dei fondi d’investimento nel calcio italiano, tematica sulla quale la Fiorentina è da sempre contraria). Le parti si sono pizzicate a ripetizione. Come quando Cairo si sbilanciò sull’acquisto di Ribery definendolo un "colpo mediatico".
Colpi che fra le due società non si sono mai concretizzati. La Fiorentina ha lusingato a lungo Belotti, così come piaceva Milinkovic-Savic e forse anche Sanabria. Nota la storia del rapporto travagliato tra Juric e la Fiorentina. Ma anche al contrario la scintilla non è scoccata. Amrabat, ad esempio, era un sogno del tecnico granata. Niente da fare. Anzi, la Fiorentina si è presa pure Mandragora, che il Toro avrebbe tenuto volentieri. Piccoli (o grandi) dispetti. Fino al prossimo. Perché le parti continuano a non piacersi troppo.
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