STEFANO CECCHI
Sport

Zaniolo, kean e i bad guys del pallone. Inquietudine e talento. La sfida orgogliosa di Nico figliol prodigo

L’irrequietezza come indizio del talento. Da Caravaggio a Vasco Rossi, da Modigliani a George Best passando per River Phoenix e...

Nicolò Zaniolo, 26 anni da compiere a luglio

Nicolò Zaniolo, 26 anni da compiere a luglio

L’irrequietezza come indizio del talento. Da Caravaggio a Vasco Rossi, da Modigliani a George Best passando per River Phoenix e Rimbaud, quante volte l’arte si è accompagnata all’inquietudine? A quel sentimento che divora l’anima ma, allo stesso tempo, l’accende, facendole raggiungere picchi di inusitata bellezza creativa?

Nel suo piccolo calcistico, Nicolò Zaniolo da Massa, 25 anni di tormenti ed estasi dietro a un pallone, sembra appartenere alla categoria. Un calciatore battezzato nell’acqua della polemica, un bad guy (per dirla col titolo di una serie televisiva che se non l’avete vista correte subito ad accendere la tv) che proprio per via di quel carattere ha per adesso mostrato solo in sedicesimi l’enorme talento che il dio del calcio gli ha concesso. Perché per caratteristiche potenziali, Zaniolo potrebbe davvero dirsi un top player del pallone: una forza nelle gambe che lo fa resistere alle martellate violente dei difensori-fabbri avversari; e poi un sinistro che è allo stesso tempo grande berta e violino.

Non è dunque un caso se costui abbia da subito conquistato il proscenio: la convocazione in Nazionale prima ancora del debutto in A, l’esordio a 18 anni nel catino del Santiago Bernabeu col Real come avversario. Se da allora la sua carriera non è esplosa compiutamente è solo per colpa di due infortuni terribili al ginocchio e anche di quell’irrequietezza che lo ha quasi sempre portato in rotta di collisione con l’ambiente d’intorno, che una mente arruffata rende il cuscino instabile.

Riusciranno Palladino e la Fiorentina a invertire la deriva? Chissà. Lui di certo ha chiaro come Firenze rappresenti l’ultimo porto disponibile per la ripartenza. E la sfida, per l’indole che si porta, non dovrebbe spaventarlo visto che, come scrive Emily Bronte, solo gli inquieti sanno com’è difficile sopravvivere alla tempesta e non poter vivere senza.

Una sfida orgogliosa dal valore duplice per lui. Perché per Firenze Zaniolo non è solo un artista tormentato ma anche una sorta di figliol prodigo, visti i suoi trascorsi nelle giovanili viola. Perché 9 anni fa se ne sia andato in direzione Chiavari non è ancora chiaro. Dissidi con Corvino? Cattivi consigli di altri? La cosa certa è che al Viola Park Nicolò oggi non troverà ad attenderlo un banchetto biblico ma un amico arrivato qui pochi mesi fa con le sue stesse perplessità, oggi pronto a indicargli una possibilità virtuosa di recupero.

Anche Moise Kean era infatti una scommessa rischiosa prima che le sue imprese sul campo non lo decretassero formidabile centravanti ritrovato. Se a fine campionato, accanto a questa storia bella di rinascenza, potessimo raccontare di uno Zaniolo riconsegnato al suo talento, sarebbe davvero un successo clamoroso per loro, per la Fiorentina e per i tifosi viola che da tempo vorrebbero ribattere le mani a due bad guys che, come già successo a Locajono ed Amarildo, a Ljajic e Vargas, ad Edmundo e Mutu, sul campo quasi per magia si trasformano in ragazzi d’oro.

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