GIOVANNI BOGANI
Firenze

Pianoforti inestimabili: suonano dal passato le note degli Steinway

Strumenti unici, suonati da grandissimi artisti di fama mondiale, tornano a incantare il pubblico in un appuntamento lunedì 29 febbraio

Il conte Chigi Saracini

Firenze, 26 febbraio 2016 - Lunedì 29 febbraio alle 21, al Teatro della Pergola di Firenze, il Grancoda Steinway del 1923 dell’Accademia Chigiana e il Grancoda Steinway del 1890 di Villa Schifanoia tornano a suonare dopo l’accurato restauro della ditta Checcacci. Nel concerto “Suoni dal passato”, Gregorio Nardi, Pier Narciso Masi, Matteo Fossi interpreteranno Mozart, Beethoven, Schumann e Ignaz Moscheles (Ingresso 15 euro, ridotto 10). ­­­­­­­

Un concerto da non perdere, perché ci sono pianoforti diversi dagli altri. Non sono solo 88 tasti bianchi e neri. Ogni pianoforte ha un’anima, una voce diversa.

Ogni piano risponde con morbidezza o durezza differente al tocco del suo “compagno”. Pianoforte e pianista divengono, spesso, un corpo e un’anima. Un pianoforte speciale, diverso da tutti gli altri, è il Gran coda Steinway & Sons del 1923. Perché è speciale? Non solo perché gli Steinway sono strumenti leggendari, le Ferrari dei pianoforti. Quelli su cui ogni pianista sogna di mettere le mani.

Ma perché quello Steinway, uscito dalla fabbrica di Amburgo della ditta americana, è stato il compagno di musica e di sogno di alcuni dei più grandi pianisti al mondo? Il pianoforte fu comprato dal conte Guido Chigi Saracini, il fondatore dell’Accademia musicale chigiana. Fu collocato nella grande sala da concerto di palazzo Chigi Saracini, a disposizione dei concertisti che frequentarono il palazzo.

Quello Steinway fu così suonato dai più grandi pianisti del mondo. Tra questi, Ottorino Respighi, Artur Rubinstein, Sergej Prokof’ev, Vladimir Horowitz, Daniel Baremboim, Maurizio Pollini, Vladimir Ashkenazy e Sviatoslav Richter. Quando nel 1932 nacque l’Accademia musicale, che ben presto acquisì prestigio internazionale, fu suonato da tutti gli allievi e dai docenti dell’Accademia, da Alfredo Casella fino a Pier Narciso Masi, che lunedì sarà sul palco della Pergola a ritrovare il “suo” strumento.

Oltre a questo pianoforte, sacro per gli allievi della Chigiana, ci sarà sul palco della Pergola un altro Steinway: quello, costruito a New York nel 1890, appartenuto a Villa Schifanoia di Firenze.

La villa, tradizionalmente considerata il luogo dove Boccaccio raccoglie la “allegra compagnia” del Decamerone, è anche da secoli un luogo sacro per la musica. E lo divenne ancora più dal 1948, quando vi nacque l’Istituto Pio XII per ragazze americane: in pratica, un secondo Conservatorio, sotto la direzione del maestro Rio Nardi, docente di pianoforte al “Luigi Cherubini” di Firenze.

Sarà il nipote di Rio Nardi, Gregorio, a introdurre il concerto di lunedì sera con uno dei più rari e affascinanti brani pianistici dell’Ottocento, la “Sonate Mélancolique” op. 49 in Fa diesis minore del pianista tedesco Ignaz Moscheles. “Essere scelto per inaugurare la nuova vita donata a questo storico strumento è un’emozione e un onore che dedico alla venerata memoria di mio nonno Rio Nardi”, dice il pianista. Seguiranno brani di Mozart, Schumann, Beethoven, eseguiti da Matteo Fossi e da Pier Narciso Masi.

Quest’ultimo analizza la peculiarità dei due strumenti: “Questi due pianoforti, anche se con alcune diversità strutturali, portano avanti la stessa idea: porre grande attenzione alla cantabilità, piuttosto che alla ossessionante brillantezza percussiva dei pianoforti moderni”, dice Pier Narciso Masi. Lo stesso Masi lunedì eseguirà alcuni brani per due pianoforti insieme al suo allievo Matteo Fossi. “E’ un programma pensato per esaltare la voce dei due pianoforti. Ho scelto di non sovraccaricare i due strumenti con sonorità troppo spinte, proprio per valorizzarne la naturale bellezza sonora”, dice.