NORMA ALESSANDRI
Firenze

Lo stemma mediceo: le origini tra storia e mitologia

L'affascinante vicenda di uno dei simboli più famosi di Firenze e della Toscana

Lo stemma mediceo

Lo stemma mediceo

Firenze, 21 dicembre 2015 - Passeggiando per la città, vi sarete certamente imbattuti nello stemma mediceo. Firenze è infatti disseminata del simbolo araldico della celebre casata: uno stemma in campo dorato, con sei bisanti -nello specifico cinque palle rosse e una azzurra- insieme a tre gigli dorati. Le sfere medicee hanno origini lontane e ancora molto dibattute. Secondo la più famosa, lo stemma ricorderebbe le modeste origini della casata, che anticamente faceva parte delle arti dei Medici e degli Speziali. In base a tale ipotesi, i bisanti di colore rosso rappresenterebbero le pasticche che i farmacisti di un tempo erano soliti preparare nelle loro botteghe: in particolare, la tintura rossa veniva usata per distinguerle dagli altri prodotti. In un'opera attribuita a Cosimo Baroncelli, parente della casata medicea, l'origine dello stemma è invece legata ad una curiosa leggenda.

Si narra che in Val di Sieve abitasse in antichità un terribile gigante di nome Mugello. Averardo de’ Medici, capostipite dell'omonima famiglia e soldato al seguito di Carlo Magno, si trovò ad affrontare l'orrida creatura. Durante la lotta, il gigante conficcò la sua mazza dentata nello scudo dorato del cavaliere: i segni rimasti impressi sullo scudo di Averardo dettero così origine alle palle nello stemma mediceo. Un'altra credenza associa i bisanti medicei ai frutti dorati del mitologico giardino delle Esperidi: in particolare quelle sullo stemma sarebbero delle arance amare, secondo altre ipotesi non accreditate in riferimento ai commerci che i Medici intrattenevano con l'Oriente. L'opinione più accreditata sostiene che lo stemma abbia origine dall'insegna dell'Arte del Cambio, una delle sette Arti Maggiori delle corporazioni fiorentine a cui appartenne anche la famiglia Medici.

Lo stemma della corporazione, con bisanti d'oro in campo rosso, sarebbe così stato invertito e fatto proprio dalla casata. Mentre il numero delle sfere rosse subì numerose e inspiegabili variazioni nel corso dei secoli, i gigli d'oro e la sfera azzurra sarebbero una concessione del Re Luigi XI di Francia. Come riporta Attilio Offman, con un decreto emanato a Montluçon nel 1465 il sovrano concesse a Piero di Cosimo de' Medici e ai suoi successori l'utilizzo di questi due simboli nello stemma.