Firenze, 7 luglio 2023 – L’obiettivo è riaprire l’antico percorso pedonale di 250 metri di lunghezza, posto 5 metri sotto il livello del fiume, che collega la torre della Zecca Vecchia e la Torre di San Niccolò. La Regione Toscana e il Comune di Firenze insieme stanno valutando fattibilità e metodo. E nella mattinata di oggi, venerdì 7 luglio, c’è stato il sopralluogo del presidente della Regione Eugenio Giani e del sindaco di Firenze Dario Nardella, accompagnati dai tecnici. Oggetto del sopralluogo è stato quello di approfondire le conoscenze circa lo stato di conservazione della galleria di manovra e attraversamento del fiume Arno, adiacente alla Pescaia di San Niccolò, al fine di restituire l’agibilità a un impianto di straordinaria importanza storica.
“Una sorta di Corridoio Vasariano stavolta sotterraneo che collega le due sponde dell’Arno – ha detto il presidente Giani – che potrà costituire un elemento di grande interesse per fiorentini e turisti e aprire ad un nuovo percorso dalla torre della Zecca, dove era l’antico conio e dalla quale si gode di un panorama straordinario su Firenze, fino alla torre San Niccolo. Il questo modo i flussi turistici sarebbero condotti verso quella che chiamo la ‘suggestione Oltrarno’. Siamo ovviamente in una fase di valutazione preliminare in cui non si possono ipotizzare tempi di realizzazione. Volendo fare una primissima proiezione dei costi però si possono ipotizzare tra i 3 e i 5 milioni di euro per l’intervento di ripristino”.
Il tunnel sotto l’Arno: lo stato dei luoghi. In adiacenza alla pescaia di San Niccolò esiste una galleria binata che faceva parte dell’insieme della vecchia Fabbrica dell’Acqua (l’acquedotto cittadino) che sorgeva sulla riva sinistra del fiume in corrispondenza dell’attuale giardino allestito per il ristoro all’aperto in lungarno Cellini – piazza Poggi. La fabbrica dell’acqua è stata demolita nel 1959 in virtù della costruzione del nuovo acquedotto dell’Anconella, mentre i restanti manufatti sono ancora esistenti benché privi della necessaria manutenzione. La galleria binata, estesa per circa 250 metri e posta a 5 metri sotto il letto del fiume tra la sponda sinistra e quella destra dell’Arno seguendo l’ipotetica continuazione della mura cittadine tra la torre della Zecca Vecchia e la Torre di San Niccolò, era composta da due canali: uno a monte, filtrante ovvero funzionante come prima depurazione dell’acqua del fiume che poi sarebbe stata condotta e pompata in superficie alla fabbrica dell’acqua; l’altro canale serviva per l’ispezione e la manovra degli operai e conteneva il tubo dell’acquedotto, ancora oggi presente, che ripartiva dalla fabbrica dell’acqua e portava acqua pulita alla riva destra del fiume. L’accesso alla galleria era garantito da due pozzi completi di scaletta in muratura uno su ogni riva. Ed è proprio questa seconda galleria di manovra, ove insiste il tubo dell’acquedotto, che si intende ispezionare direttamente per ripristinarne l’agibilità. Maurizio Costanzo