REDAZIONE FIRENZE

Van Gogh, genio incompreso in vita, morì il 29 luglio del 1890. Riuscì a vendere un solo quadro

Morì senza sapere che le sue opere avrebbero influenzato profondamente l'arte del Novecento

Vincent Van Gogh, autoritratto (foto Ansa)

Firenze, 29 luglio 2023- A riscoprirla oggi, la sua storia ha dell'incredibile: Vincent Van Gogh, nato a Zundert (Paesi Bassi) il 30 marzo 1853, nutre fin da bambino la passione per il disegno, anche se la severa educazione del padre - che è un pastore protestante - lo scoraggia dal coltivarla. Così, pur seguendone qualche materia fra i banchi di scuola, abbandona presto sia gli studi sia questo possibile sbocco professionale.

Eppure, fra i lavori che svolge e le città che visita (arriverà a percorrere a piedi in due giorni anche 150 chilometri), la dimensione artistica ha  sempre un ruolo centrale nella sua quotidianità, fino a quando a 27 anni non decide di cominciare a dipingere sul serio. Sviluppa uno stile tutto proprio, dalla forte marcatura cromatica e dalle linee di contorto sempre ben delineate, e raffigura paesaggi, nature morte, fiori. Lì per lì, tuttavia, il suo talento non viene apprezzato e l'infelicità e i disturbi mentali che avevano caratterizzato la sua giovinezza aumentano quando Van Gogh si scopre sempre più solo e in difficoltà finanziarie.

L'unico quadro che riesce a vendere finché è in vita è La vigna rossa, attualmente conservato presso il Museo Puskin di Mosca, dopodiché il pittore si spegne a 37 anni a Auvers-sur-Oise, il 29 luglio del 1890, senza venire a sapere che le sue opere avrebbero in realtà influenzato profondamente l'arte del Novecento. Nasce oggi Benito Mussolini nato il 29 luglio del 1883 a Predappio. Una teoria sul Fascismo vuole che il Duce continuò, durante il regime, a fare per vent'anni l'unico mestiere che sapeva fare: il giornalista. Con la sola differenza che ad un certo punto smise di scrivere degli altri e si mise a far scrivere di sé. Una delle sue frasi storiche recita così: “Governare gli italiani non è impossibile: è inutile”.

Maurizio Costanzo