Firenze, 17 dicembre 2025 - Un percorso di rigenerazione umana e urbana in chiave solidale e partecipativa pensato per via Palazzuolo, una delle zone più complesse della città di Firenze, che potrebbe diventare la nuova Notting Hill fiorentina. E' il progetto ‘Recreos’ lanciato da Fondazione Cr Firenze in collaborazione con il Comune di Firenze. Una grande sfida che parte dal basso e, in collaborazione con le istituzioni locali, porterà alla ri-costruzione di un’economia di prossimità della zona grazie all’utilizzo di una parte significativa del plafond per progetti intersettoriali e strategici recentemente stanziato dalla Fondazione. L’obiettivo è quello di trasformare questo pezzo del quartiere 1 sperimentando un modello che punta a ridare vita ai 43 fondi sfitti con l'abbattimento del canone di locazione per tre anni. “Via Palazzuolo – sottolinea Bernabò Bocca, presidente di Fondazione CR Firenze – rappresenta oggi un teatro della complessità dove sono più eclatanti i fenomeni che abitano tutte le città contemporanee. Per questo motivo lo interpretiamo come un osservatorio urbano che ha certamente tante criticità ma può essere l'occasione per altrettanti tentativi di cercare delle risposte comuni e innovative. Con questo progetto lanciamo una sfida alla città e a tutti quei soggetti che vorranno intraprendere con noi questo percorso”. Per l’area di via Palazzuolo, nel cuore del centro storico, Fondazione CR Firenze ha pensato a un percorso fatto di azioni concrete per creare un’economia di prossimità che si concentra su tre assi portanti: le persone, i servizi e gli spazi. Fra le azioni: il rafforzamento dei presidi esistenti e la creazione di nuovi, ad esempio l’estensione della varietà dei servizi educativi, di accoglienza e interculturali con educatori di strada e programmi di supporto personalizzato. Ma il perno centrale del progetto è il ripristino della vecchia vocazione creativa e artigianale alla via coinvolgendo giovani artisti, artigiani e imprenditori sociali e culturali mediante l’utilizzo dei tanti locali oggi abbandonati. Per favorire la riapertura dei locali sfitti (attualmente 43), saranno messe a disposizione risorse per la loro valorizzazione, favorendo l’insediamento di attività dell’artigianato, dell’economia sociale e progetti artistici e culturali, secondo il modello di Social Real Estate, disegnato e gestito in collaborazione con LAMA Impresa Sociale. I progetti/le realtà saranno selezionati attraverso una open call e potranno abitare i locali senza il pagamento del canone di locazione per tre anni ma solo con la copertura delle spese per le utenze. Una portineria di quartiere fungerà da punto di riferimento per residenti e commercianti favorendo la rete collaborativa. In una fase successiva inoltre verranno realizzati creati nuovi spazi pubblici accoglienti e sicuri per la comunità.
“Un progetto che dà la possibilità, grazie alla sinergia tra Fondazione, Comune e tante realtà del territorio, di dare una risposta concreta in una zona in cui già è cominciato un lavoro importante ma in cui c’è da incidere ancora di più se vogliamo generare un cambiamento: dal recupero di fondi commerciali ad attività sociali culturali, tante le azioni per fare in modo che via Palazzolo e vie limitrofe possano tornare ad essere sempre più attrattive per i cittadini e per conservare quanto di più prezioso abbiamo, ovvero la nostra storia, la nostra identità e le nostre tradizioni" sottolinea la sindaca Sara Funaro.
I primi partner che hanno aderito all’iniziativa sono: Associazione Anelli Mancanti, Associazione A testa Alta, Consorzio Coeso, Cooperativa Cepiss, Cooperativa Con Voi, Cooperativa Il Girasole e Fondazione Solidarietà Caritas Firenze; sono in corso contatti con il comitato di cittadini Palomar Palazzuolo che si sta battendo per la riqualificazione della strada. Per avviare il rapporto stabile con gli stakeholders della via, la Fondazione ha donato una ghirlanda natalizia che verrà esposta e nelle date del 22, 29 dicembre e 5 gennaio saranno proposte delle azioni artistiche coinvolgendo artisti e musicisti di strada, in collaborazione con l’Associazione Musart.