
Olga Mugnaini
Firenze, 9 ottobre 2016 - Vittorio Sgarbi è un gran rompiscatole: arriva lui e spariglia sempre le carte. Una volta è per dire che quello non è un Caravaggio; un’altra per ribattezzare un affresco e attribuirlo a Piero della Francesca. In questa settimana lo ha fatto almeno due volte ed in entrambi i casi ha suscitato un bel vespaio. Va detto che, oltretutto, spesso ci azzecca. Come quando alcuni anni fa smontò le certezze su un’altra tela attribuita a Caravaggio, il ‘Narciso’. E in molti gli hanno dato ragione. Stavolta se l’è presa con il ‘Ragazzo morso dal ramarro’ sempre di Michelangelo Merisi, di proprietà della Fondazione Roberto Longhi di Firenze, sostenendo che il dipinto autografo con identico soggetto è quello della National Gallery di Londra e non questo – attualmente in mostra ad Ancora – custodito in riva all’Arno.
Dove stia la verità è un sofisticato gioco che va lasciato agli esperti che, in ogni caso, sono d’accordo nel riconoscere che male che vada, anche il ‘Ragazzo morso dal ramarro’ di Longhi è un dipinto uscito dalla bottega di Caravaggio. Di sicuro è un bellissimo dipinto, che vale la pena andare a vedere (una volta tornato da Ancona il 3 gennaio) a Villa Il Tasso di Firenze, sede della Fondazione Longhi. Si potrà così scoprire che, fra i mille meriti di questo raffinato storico dell’arte, c’è proprio quello di aver acceso i riflettori negli anni Cinquanta su questo artista lombardo, sconosciuto ai più. Bene, Longhi ha reso Caravaggio quel maestro che oggi tutti ammiriamo. Un altro regalo di Sgarbi – che in questi casi funziona meglio di una Pro Loco – è stato ipotizzare che quella tenue ma elegante figura di San Sebastiano su un affresco staccato da una chiesa di una frazione di Sansepolcro, sia niente meno che di Piero della Francesca. Da sempre quel brano di pittura è considerato di scuola‘pierfrancescana’. Ma se davvero fosse della mano di Piero, avrebbe ben altro valore. E allora, non resta che andare tutti a vedere questo San Sebastiano e farsi un’idea. Grazie Sgarbi!