REDAZIONE GROSSETO

Capire il conflitto in Ucraina: a Grosseto un incontro con Arte Fran

Ospite Rodolfo Casadei, inviato speciale del periodico “Tempi"

Carri armati distrutti nella zona di Bucha

Carri armati distrutti nella zona di Bucha

Grosseto, 5 maggio 2022 - Un incontro per capire ciò che accade nel mondo, partendo dal conflitto Russia-Ucraina. Lo propone a Grosseto l'associazione Arte Fran martedì 10 maggio con inizio alle 18.15 al Polo Universitario di Grosseto. 

Alessandro Vergni, presidente dell’associazione, dialogherà con Rodolfo Casadei, inviato speciale del periodico “Tempi” e profondo conoscitore delle zone di guerra - ha svolto reportage in 50 paesi del mondo, soprattutto africani e mediorientali. Ultimamente ha compiuto missioni in Siria, Iraq, Palestina, Nagorno Karabakh, Benin, Togo, Costa D'Avorio e Emirati Arabi Uniti.

“Dal 24 febbraio” - spiega Vergni – “come associazione culturale abbiamo sentito la necessità di provare a capire meglio ci che stava succedendo in Ucraina. Immediatamente, abbiamo fatto ricorso ai nostri strumenti privilegiati, ovvero l’arte e la letteratura e da questo è nata la prima conferenza con il poeta Gianfranco Lauretano che ci ha mostrato attraverso opere e personaggi della letteratura russa e ucraina le profonde connessioni e sinergie che rendono questi due paesi così inscindibilmente uniti fin dalle loro origini. Adesso, vogliamo esplorare un secondo livello, quello della guerra intesa come evento concreto e tangibile e come stravolgimento di assetti geopolitici a medio – lungo termine”.

È un dato di fatto che molti conoscono la guerra solo attraverso i libri, i filmati o le foto: Rodolfo Casadei cercherà di mostrare come cambia la percezione trovandosi sul posto, quale divario c’è tra quello che succede sul campo e ciò che arriva all’opinione pubblica.

“L’intento che muove noi dell’associazione e il giornalista Casadei - prosegue Vergni - è quello di sottrarsi alla diatriba alla quale dal 24 febbraio sembra di dover sottoporsi: pro/contro Russia/Ucraina. Non vogliamo rassegnarci a giudicare le cose dagli spalti di una tifoseria. Le immagini e le storie a cui assistiamo, inevitabilmente incidono sul livello emotivo, essendo “in diretta”, ma resta il fatto che il problema è molto più vasto, e investe sia lo scontro in atto in quella regione ma anche assetti geopolitici che pensavamo ormai immutabili e che invece sembrano esseri stati modificati in maniera irreparabile, o perlomeno duratura”.

Varie le questioni che verranno poste. Una fra tutte: che rapporto esiste in questo scenario bellico tra libertà, verità e giornalismo?