GROSSETO
"Parlo da cittadina e insegnante indignata e preoccupata. Le aggressioni avvenute a Grosseto, in centro ed ad un’ora urbana hanno avuto per vittime ragazzi che potrebbero essere i miei figli o i miei alunni". Inizia così la lettera di Sabrina Poggi, insegnante, che ha spedito a La Nazione un suo pensiero sui recenti fatti di bullismo. "Non invoco maggiore presenza delle forze di Polizia – ha detto – so che a quell’ora in centro di sabato sera molte pattuglie erano presenti. Ciò che mi lascia perplessa sono i provvedimenti cautelari presi nei confronti degli aggressori. Si proibisce loro di uscire dalle 22 alle 6 quando gli atti violenti si sono verificati ben prima delle 22. Cosa impedisce a questi soggetti giovani ma ben avviati su una strada sbagliata e pericolosa di compiere atti simili in un altro orario?". Poi prosegue: "Non invoco il carcere minorile. Cosa allora? Intuisco che il minore che delinque è tutelato, nella misura in cui il nostro Stato tutela ogni cittadino, ma cosa ne è della tutela della parte lesa, del quattordicenne che dopo due anni difficili, chiede solo la libertà di vivere la propria città senza paura? Credo che l’iniziativa dell’avvocato Antichi di chiedere i danni ai genitori dei violenti possa essere una strada percorribile". Poi conclude: "Le famiglie talvolta sono confuse, distratte, assenti. Possiamo chieder loro un’attenzione che non sanno dare? Toccare "il portafoglio" di genitori poco responsabili può essere un modo pragmatico per stimolare la loro attenzione. Per far capire che i figli non basta vestirli e nutrirli ma che educarli è un dovere civico per evitare che danneggino gli altri. Punire, nel modo giusto, è un dovere".