"I nostri lavoratori sono l’azienda stessa, un dovere proteggerli" è quanto ha ribadito ieri il direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est, Antonio d’Urso, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. La giornata è stata istituita di recente, la prima volta si è svolta il 12 marzo del 2022 e la Asl Toscana Sud est ha aderito fin dal primo momento. "L’azienda sanitaria – si spiega – monitora con attenzione il fenomeno, mettendo, inoltre, in atto tutte le azioni possibili per proteggere e supportare il personale".
Per quanto riguarda gli operatori Asl Tse, rispetto al 2022, nel 2023 c’ è stato un incremento di segnalazioni importante, queste infatti sono passate da 228 a 452, di cui 133 a Grosseto. Tale dato può essere spiegato in parte con la recrudescenza generalizzata del fenomeno e in parte con la seria opera di sensibilizzazione aziendale effettuata a seguito della redazione della procedura specifica per la gestione delle aggressioni. La mancata congruenza della sommatoria dei dati fra aggressioni fisiche e verbali, che sono rispettivamente 442 e 144, in confronto il numero totale si spiega con il fatto che in diversi casi i lavoratori hanno segnalato di aver subito entrambe le tipologie. Il rapporto di aggressioni subite da uomini, 107, e donne, 345, è sovrapponibile con la ripartizione numerica fra sessi dei lavoratori della Asl, 6994 donne (72,7%) e 2630 uomini (27,3%), pertanto possiamo concludere che nell’azienda l’incidenza delle aggressioni non è legata al sesso di appartenenza.
"Già di per sé la violenza, sia verbale che fisica, è inaccettabile – ha ricordato il direttore generale, Antonio D’Urso –, ma quando viene messa in atto in un contesto sanitario c’è un significato ancora più negativo, perché indirizzata a persone che sono addette all’assistenza del prossimo. Aggredendo l’operatore sanitario si aggredisce, indirettamente, anche tutti quelli che sono sotto le sue cure. Per questo, come Asl siamo, e lo saremo sempre di più, impegnati in prima fila per supportare e proteggere i nostri lavoratori".
I reparti maggiormente interessati dal fenomeno sono il Pronto soccorso (126 segnalazioni); Salute mentale (67); Centrale operativa 118 (19); Medicina e Chirurgia di accettazione e urgenza (14); Serd e Cup (entrambi 12). I dati riscontrati nell’Asl Tse sono sovrapponibili con quelli rilevati a livello nazionale, con i Pronto soccorso e i servizi di Salute mentale maggiormente esposti alle aggressioni.
"Visto che, come diceva Benedetto Croce, ‘La violenza non è forza ma debolezza’ – dice ancora D’Urso – a prevalere in profondità non possono che essere la ragione e il pensiero che nasce dalla corteccia pre-frontale dove abita la nostra coscienza ed agire sociale; solo così possiamo creare una cultura del rispetto reciproco".
"Nella maggior parte dei casi – conclude il direttore generale – a ricorrere all’aggressione fisica o verbale è proprio chi è in errore e non ha la possibilità di prevalere con la realtà dei fatti o la coerenza della logica. Infatti, dietro i comportamenti aggressivi e violenti, spesso si nascondono paure, soggezione e impotenza".
Nicola Ciuffoletti