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Amelia Bruchi e l’altruismo fino alla fine

Ricorrono in questi giorni centoquarantacinque anni dalla nascita di una donna che dell’altruismo ha fatto una scelta di vita: Amelia...

Ricorrono in questi giorni centoquarantacinque anni dalla nascita di una donna che dell’altruismo ha fatto una scelta di vita: Amelia Cesarina Ezia Bruchi.

Figlia del cavaliere Antonio e di Emilia Amodei, Amelia viene alla luce nella casa di famiglia a Cinigiano il 24 gennaio 1880. A dispetto del fisico esile, Amelia è animata da una grande generosità che la porta a entrare nel corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa, dove si distingue per l’intelligenza e la determinazione nell’aiuto ai soldati feriti, tanto da essere posta a capo di un reparto di chirurgia dell’ospedale militare di Siena.

Le fatiche quotidiane tuttavia incidono pesantemente sulla sua debole persona, tanto da farla ammalare gravemente. È infatti il 1918 quando la violenta influenza spagnola colpisce anche lei in modo irreversibile. Amelia morirà nel 1919, all’età di trentanove anni, nella sua Cinigiano, lasciando il fratello Vannino, le sorelle Caterina e Ida, i nipoti e il fidanzato romano Raimondo Boganelli.

La Croce Rossa e il Governo le conferiranno un’attestazione di benemerenza postuma, perché il suo impegno e certi valori vengano sempre ricordati.

Rossano Marzocchi