"Anno difficile, direi proprio il peggiore"

Stefano Rossi ha una produzione che si basa su 1000 alveari e settanta milioni di api

"Anno difficile, direi proprio il peggiore"

Stefano Rossi ha una produzione che si basa su 1000 alveari e settanta milioni di api

"Quest’anno la produzione è la più difficile e penosa che abbia mai vissuto". Le parole di Stefano Rossi, apicoltore grossetano, titolare della mieleria "Rossi Novaro", sono eloquenti. La stagione produttiva di miele 2024 è da dimenticare e archiviare alla svelta. Volendo andare a ricercare le cause Rossi non ha dubbi.

"Le condizioni climatiche ci hanno messo i bastoni fra le ruote – commenta –, l’alternarsi di piogge e caldo eccessivo hanno danneggiato la produzione".

Rossi di alveari ne ha 1000 (ogni alveare ospita circa 70mila api), ha il polso della situazione ed è ben consapevole che ad oggi, senza il lavoro incessante degli apicoltori le api smetterebbero di esistere. "L’apicoltore – spiega – fa tutto quello che serve per tenere l’alveare in attività e per tenerlo nelle condizioni migliori, laddove la produzione non c’è interveniamo anche con la produzione di soccorso, l’ape sta bene se produce. Vanno poi gestiti i parassiti e fortunatamente ad oggi in Maremma non abbiamo il problema della vespa velutina". Il calabrone dalle zampe gialle è una minaccia soprattutto nella Toscana del nord ma ad oggi non c’è traccia in Maremma, il problema per Rossi però è solo rimandato.

"La vespa velutina per noi non è un problema di oggi ma sarà un problema di domani – prosegue –. Prendiamo l’esempio della vespa orientalis, prima era confinata nelle regioni del sud Italia, oggi è presente anche in Maremma". Stefano Rossi è un conosciuto e importante apicoltore maremmano con alle spalle una storia iniziata negli anni ’60.

La Mieleria Rossi Novaro nasce negli anni ’60 nel Casentino, terra incontaminata dalla vegetazione rigogliosa e variegata. Proprio in queste montagne, Novaro, il fondatore, si appassiona alle api e alla produzione di miele. L’attività stanziale diventa ben presto di tipo nomade, questo per diversificare le tipologie di miele prodotte, ricercando le piante e le essenze amate dalle api. Gli alveari vengono spostati in parte in Maremma, lontano da fonti di inquinamento. Grazie alla vicinanza con il mare e al clima mite, qui gli è possibile produrre mieli chiari, come quello di girasole, di trifoglio e di sulla. Con il passare degli anni Novaro amplia la sua attività e il sempre crescente numero di alveari lo convincono a trasferirsi definitivamente a Grosseto. Il resto è storia recente.

"L’ape è uno degli insetti più vecchi del mondo – conclude Stefano Rossi – e ha avuto la possibilità di evolversi in qualche centinaia e migliaia di anni. Gli ultimi cambiamenti climatici sono invece repentini e anche l’uomo fa fatica ad adattarsi. Per le api è veramente difficile riuscire a trovare un equilibrio sempre nuovo".

N.C.