Apertura della caccia: "Doppiette" in calo. Ma non le polemiche

Salvadori (Fidc) precisa: "Tutte le specie cacciabili non sono specie in declino". Il Wwf: "La Regione non ha seguito le indicazioni del mondo scientifico".

Apertura della caccia: "Doppiette" in calo. Ma non le polemiche

Oggi in tutta la Toscana, Maremma compresa, apre la nuova stagione della caccia

Fucile in spalla e pronti per una nuova avventura insieme ai fedeli amici a quattro zampe. Anche per i cacciatori grossetani oggi è il primo giorno di caccia. In tutta la Toscana sono circa 60mila i cacciatori e di questi, spiega Marco Salvadori, presidente regionale di Federcaccia, una buona parte sono maremmani. "In Maremma e sull’Amiata – commenta Salvadori – la caccia è una passione diffusa, c’è da dire però che negli anni siamo sempre meno. Si parla di un calo di circa il 2% in meno, cioè gli anziani smettono e non c’è un vero e proprio ricambio. Pochi giovani si avvicinano alla nostra passione. Oggi un diciottenne ha molte alternative. Ai tempi miei invece la caccia voleva dire seguire le orme di famiglia". Sicuramente l’aspetto economico non facilita. Oggi, solo di tasse, un cacciatore spende più di 500 euro, a questa cifra vanno aggiunte le spese per il fucile, le cartucce, l’abbigliamento, il cane e il mantenimento dell’animale domestico. "È un’attività costosa – continua Salvadori – poi negli anni ha subito limitazioni di tempi e di specie di caccia e anche questo influisce nel perdere consenso". Salvadori rappresenta circa i 2 terzi dei cacciatori Toscani e sottolinea come ogni anno all’apertura della stagione venatoria si trova a ribattere alle associazioni animaliste. "È importante precisare – conclude – che tutte le specie cacciabili non sono specie in declino e che quindi la caccia non incide nella fase produttiva degli animali. Questo non lo diciamo noi cacciatori ma lo dicono gli studiosi". Per Jonny Bizzarri, presidente provinciale di Libera Caccia la selvaggina c’è, il fagiano però è in diminuzione. Le novità più significative di questa stagione di caccia riguardano la caccia al cinghiale, la Toscana è una delle prime regioni a estendere il periodo di caccia portandolo a 4 mesi. Si partirà dunque il primo di ottobre, non più il primo di novembre ma su questa modifica Bizzarri si dice contrario. "Intanto non so quante squadre siano pronte per il primo di ottobre – dice Bizzarri – come associazione siamo contrari perché il primo di ottobre ci sono ancora molte persone in campagna, penso alla raccolta delle castagne e ai funghi. Insomma diventa un problema di sicurezza". La caccia ad alcune specie apre più tardi, ad esempio alla Moretta (anatra) che parte dal 2 novembre, per altre specie invece, come ad esempio alla quaglia e al Combattente chiude prima, il 31 ottobre.

"Ancora una volta però a guidare le scelte della Regione Toscana non sono state le indicazioni del mondo scientifico, ma le richieste, del mondo venatorio. – commenta Guido Scoccianti Delegato regionale Wwf per la Toscana – l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (Ispra), massimo Ente scientifico in tema di fauna selvatica, tutti gli anni, come previsto dalla Legge nazionale sulla caccia, fornisce un parere su come meglio regolamentare l’attività venatoria e ridurne l’impatto sulla fauna". L’Ispra aveva proposto di chiudere la caccia agli acquatici il 20 gennaio, alla Beccaccia e Turdidi il 9 gennaio. "Anche quest’anno – conclude Scoccianti – la fauna selvatica è stata sacrificata dai nostri politici per accaparrarsi i favori di un mondo venatorio sempre più anacronistico e ingiustificabile. Addirittura si sparerà a specie che secondo il mondo scientifico dovrebbero essere completamente escluse dal prelievo venatorio".

Nicola Ciuffoletti