
Una delle proteste degli agricoltori per chiedere la valorizzazione del lavoro e dei prodotti e tutelare il settore contro le speculazioni internazionali. Mecarozzi è uno degli esponenti del movimento dei trattori
Sempre in prima fila nelle manifestazioni organizzate da Coapi, Fabio Mecarozzi, agricoltore di Scansano ha parlato anche all’assemblea nazionale del Consiglio Unitario di Mobilitazione a Roma. Il suo trattore è stato al fianco di molti altri, ha marciato a Pitigliano in occasione della prima manifestazione di quest’anno, a Saturnia per protestare contro il ministro Lollobrigida e poi di nuovo a Grosseto e sull’Aurelia. A Roma ha portato la sua esperienza delle mobilitazioni. La sua voce è quella di molti agricoltori che nelle settimane scorse sono scesi in strada con i propri trattori, protestando con un sistema che non premia i loro lavoro. Il suo intervento è stato un grido d’allarme sulla crisi che sta travolgendo il settore agricolo e un appello alle istituzioni . "L’agricoltura italiana è sotto attacco - ha denunciato Mecarozzi, evidenziando il problema della speculazione sul grano e sulle filiere produttive. - Se oggi in Italia si importa grano dall’estero è perché le nostre aziende di trasformazione non sono più nelle mani degli agricoltori italiani, ma di gruppi stranieri. Prima ci valutavano sul peso specifico e sull’umidità, ora pretendono che il nostro grano abbia più del 14% di proteine, spingendoci all’uso di fertilizzanti chimici e compromettendo la salute delle persone. Questa non è agricoltura, è un sistema costruito sulla speculazione." L’agricoltore grossetano che ha un’azienda nel comune di Scansano ha poi puntato il dito contro il silenzio che avvolge le vere battaglie degli agricoltori, mentre i riflettori vengono accesi solo su azioni mediatiche. "Quando i nostri ragazzi hanno mostrato le navi cariche di grano estero di pessima qualità, che io non darei neanche ai miei animali, nessuno ha detto nulla – ricorda -. Poi abbiamo visto passerelle mediatiche con politici e giornalisti intenti a ‘fermare le navi’, giusto in tempo per il Carnevale. Ma le nostre proteste, quelle vere, non fanno notizia." Il discorso si è poi allargato al tema dell’abbandono delle campagne, dove mancano servizi essenziali e i territori vengono lasciati a sé stessi. "Non ci sono più dottori, uffici postali, trasporti. Gli anziani sono isolati, i giovani se ne vanno. Solo il volontariato riesce a tamponare la situazione". Mecarozzi ha voluto ricordare anche il dramma di chi non ha retto il peso della crisi. "Dobbiamo pensare – prosegue - a tutti gli agricoltori che si sono suicidati dopo aver perso la loro azienda. nessuno ha detto ‘fermiamoci, troviamo una soluzione’. Siamo rimasti soli". A chi cerca di trasformare l’agricoltura italiana in un’industria senza radici, Mecarozzi ha risposto: "Non vogliamo padroni né speculatori che arrivano con la valigetta nera per comprare la nostra terra – ha concluso - e piazzarci pannelli solari. Vogliamo lavorare in libertà, con dignità. Se muore l’agricoltura, muore l’Italia".
Nicola Ciuffoletti