Arcobaleno d’Estate: "Un percorso bello e senza difficoltà"

Enrico Giunta, direttore del Parco della Maremma, spiega le caratteristiche dell’"Itinerario faunistico" che sarà percorso martedì prima della degustazione.

Arcobaleno d’Estate: "Un percorso bello e senza difficoltà"

Arcobaleno d’Estate: "Un percorso bello e senza difficoltà"

Custode della grande bellezza che è la natura insieme alla fauna, il Parco della Maremma è anche un connubio perfetto fra conservazione, turismo esperenzie e ricerca.

"Toscana Arcobaleno d’estate" ha scelto proprio il parco di Alberese per un’escursione in occasione della sua dodicesima edizione, che sarà una passeggiata guidata nell’ itinerario "A6" (percorso faunistico) programmato per martedì con ritrovo al Centro visite del parco ad Alberese alle 17 e rientro alle 19.15 concludendo con la degustazione dei prodotti tipici locali offerta da Confagricoltura (la partecipazione è gratuita, ma bisogna prenotare telefonando allo 0564 393238).

"L’Ente Parco della Maremma – dice il direttore Enrico Giunta – è molto contento di essere stato scelto per l’iniziativa promossa dal quotidiano La Nazione, dando grande visibilità all’area protetta. Veramente apprezzata perché è il giornale più letto in Toscana. L’itinerario scelto si definisce faunistico perché normalmente si incontrano tanti daini. È un anello accanto ad Alberese, molto tranquillo e bello perché dentro è presente una sughereta ed è molto fresco da percorrere. Ha una parte di un chilometro che va incontro alle esigenze di persone con disabilità come ipovedenti o persone in carrozzina, ed in generale non supera mai l’8% di pendenza. Inoltre è sempre gratuito per i residenti dei tre comuni che occupa il parco, quindi Grosseto, Magliano e Orbetello".

"Per il Parco questo è un momento particolare – diec Giunta –, perché con la firma degli atti concessori per la gestione diretta dell’Abbazia di San Rabano, della Torre dell’Uccellina, della Torre di Collelungo, della Torre di Castel Marino, del Granaio Lorenese il Consiglio regionale della Toscana ha prefigurato una nuova governance per la gestione di beni storici regionali ricadenti entro il perimetro del Parco. Con questo passo vogliamo valorizzarlo ulteriormente con altre iniziative. Ma non dobbiamo dimenticarci che la funzione principale rimane la conservazione e tutela dell’area anche in virtù dell’essere stato il primo parco della Toscana, istituito con legge regionale il 5 giugno 1975. Per far fronte a queste peculiarità c’è un’intensa attività di ricerca svolta da nove professori delle università di Siena, Firenze e Pisa, incrementando l’attività in la didattica ambientale rivolta alle scuole. Ogni anno, nei primi mesi, svolgiamo il censimento degli uccelli svernanti, così da monitorarli, poi abbiamo il progetto sul falco pescatore, dato che dopo 42 anni una coppia ha di nuovo nidificato sul suolo italiano e lo ha fatto qui, nel Parco, vicino alla foce del fiume Ombrone, in un’area palustre. Poi ci sono gli studi sugli ungulati e sui lupi. Non solo animali ma anche la parte della flora con lo studio della salinizzazione dei terreni legata al cambiamento climatico. Il parco è strettamente antropizzato, in virtù anche delle attività agricole. Ad esempio la Pineta Granducale fu impiantata dai Lorena, granduchi di Toscana, a partire dal secondo decennio dell’Ottocento".

Il Parco è quel luogo incontaminato e prezioso che collega fascino e mistero, che rende orgogliosi i grossetani di averlo "in casa" ma che riesce a far innamorare tanti visitatori, che al loro rientro sentono il "mal di Maremma".

Maria Vittoria Gaviano