REDAZIONE GROSSETO

Assemblea a Confcommercio. Balneari in rivolta: "Un modello snaturato"

Riunione con gli imprenditori alla presenza dei vertici nazionali e regionali del Sib. Nel mirino il nuovo provvedimento del Governo: "Gl impegni non sono stati mantenuti".

Un momento dell’assemblea dei balneari, a cui ha partecipato anche il presidente nazionale del Sib, Antonio Capacchione

Un momento dell’assemblea dei balneari, a cui ha partecipato anche il presidente nazionale del Sib, Antonio Capacchione

Tutti insieme. Ad ascoltare e cercare di scoprire il futuro delle loro aziende. Quelle balneari. Minacciate dalla direttiva "Bolkestein". Un dibattito che in questi giorni si sta infiammando ed è al centro di un confronto sindacale aperto con il Parlamento italiano per modificare molti aspetti del recente Decreto legge di riordino del sistema delle concessioni. Persone che guidano azienda da 30 anni e più (da Follonica alla Feniglia). Ad ascoltare il presidente nazionale di Sib Confcommercio, Antonio Capacchione. "Il turismo italiano è fondamentalmente balneare. Siamo impegnati ad evitare un errore storico: distruggere ciò che si è costruito in due secoli di storia – ha iniziato di fronte all’assemblea organizzata dal Sib Confcommercio a Grosseto –. Le nostre spiagge sono il luogo preferito per le vacanze da sempre. Il nostro mare è stato scelto da oltre 36 milioni di turisti italiani e stranieri per la molteplicità dei servizi, l’alta professionalità ed una accoglienza che non ha eguali. Il balneare costituisce il segmento più importante del turismo italiano. Bisogna evitare un errore storico che sarebbe tragico per il nostro Paese: distruggere, con una legge sbagliata, migliaia di aziende prevalentemente a conduzione familiare e con esse due secoli di storia gloriosa del nostro turismo". Nel mirino il nuovo provvedimento legislativo: "Questo provvedimento – ha aggiunto il presidente del Sib –- non applica correttamente la Direttiva Bolkestein, così come interpretata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Serve, non una norma ‘tampone’, ma una legge di riordino organico del settore. E poi - chiude Capacchione - il nostro modello, che è di gestione familiare, sarà snaturato e le tariffe aumentate. E le nostre concessioni diventeranno pizzo di Stato: i nuovi concessionari chiederanno ai vecchi di rimanere per la gestione corrente. A prezzi altissimi. E chi ha più soldi vincerà su tutto". Deciso anche Alberto Nencetti, presidente regionale Sib: "Questa legge è sbagliata – ha detto –, non va bene a nessuno perché non è giusta. Io, nella mia spiaggia, ho salvato vite, ho controllato l’erosione e ho tenuto in ordine. E ho un know how unico, che nessun altro potrà avvicinarlo. Siamo il valore aggiunto del turismo ma credo che ancora non tutti l’hanno capito". "Piano piano ci butteranno fuori dalla spiaggia – inizia Piero Bertocci, titolare del Florida a Follonica, un’istituzione nel Golfo da oltre 70 anni –. Abbiamo investito tanto sul bagnetto che adesso rischiamo di trovarci con un pugno di mosche in mano. Abbiamo 55 metri di spiaggia e 170 ombrelloni. Ma credo che siamo arrivati alla fine". Filippo Maretti, contrinua la tradizione di famiglia al "Moreno Beach" a di Marina di Grosseto. "C’è molta confusione – inizia –. Siamo in attesa di capire quello che ci succederà. Una cosa mi sento di dirla fermamente: basta con le proroghe. Dobbiamo sapere cosa dobbiamo fare con le nostre aziende e se c’è uno spiraglio che ci faccia capire come dobbiamo comportarci nel futuro. Che non è lontano". Una situazione, quelle degli imprenditori del mare che va approfondita. Lo chiede anche Francesca Parisi, titolare in Feniglia dello stabilimento "La Zonca". "Ci sono due anni per capire, ma la situazione non è bella – inizia –. In questo ultimo periodo io personalmente ho tralasciato gli investimenti perché non ha senso lavorare per poi lasciare tutto quello che abbiamo costruito. Serve una decisione finale che ci dia certezze". Chiede spiegazioni anche Noè Navoni, titolare dello stabilimento "Braccio", sempre in Feniglia. "La definizione di una situazione che va avanti da 15 anni è il minimo che chiediamo. Ci facciano sapere magari il corrispettivo da pagare se vogliamo restare. Siamo disposti anche ad accollarci altri mutui da pagare. Ma è una situazione davvero snervante".

Matteo Alfieri