Grosseto, 18 dicembre 2024 – L’agricoltura? A un bivio decisivo. E’ questo il tema centrale della discussione che si è sviluppata in occasione dell’assemblea annuale della Cia (Confederazione Italia degli agricoltori), che si è svolta ieri all’Hotel Granduca.
Un incontro che si è svolto di fronte a una nutrita platea di rappresentanti delle istituzioni, soci e agricoltori maremmani e non solo. E che ha rappresentato un momento cruciale di confronto dell’intero comparto e che ha messo in evidenza le problematiche e le strategie necessarie per garantire un futuro sostenibile e competitivo.
“Siamo un asset strategico del nostro sistema economico e sociale ma adesso dobbiamo capire cosa dobbiamo fare”. Queste le prime parole di Claudio Capecchi, presidente provinciale di Cia che ha sottolineato l’urgenza di affrontare questioni chiave come i cambiamenti climatici, la crisi idrica, la volatilità dei prezzi. E soprattutto le filiere in sofferenza come la zootecnia, l’olivicoltura e la viticoltura. A pesare sul settore primario, ha spiegato Capecchi è il “contesto internazionale. I cambiamenti climatici, la pandemia e le tensioni geopolitiche stanno alimentando un’instabilità senza precedenti nei mercati agricoli”. Senza dimenticare il progressivo abbandono delle aree interne.
“Si tratta di un dramma demografico ed economico. Per invertire questa tendenza – ha aggiunto – serve una distribuzione equa dei fondi, che tenga conto della peculiarità e delle esigenze delle aree più o meno produttive”. Fondamentale per Capecchi il ricambio generazionale e l’innovazione come strumenti per garantire un futuro nel settore. “I giovani – prosegue il presidente – sono il cuore pulsante dell’innovazione agricola e del rilancio delle nostre tradizioni”. Tra i temi centrali dell’intervento la gestione delle risorse idriche definita da Capecchi “una delle sfide più urgenti per la sostenibilità agricola”.
“Siccità e piogge estreme – prosegue – sono due facce della stessa medaglia. Serve una strategia che trasformi le emergenze e le opportunità, garantendo riserve d’acqua durante i periodi critici”. Il presidente si è anche soffermato sulla carenza di manodopera specializzata e sulle complessità burocratiche che gravano sulle imprese agricole.
“La burocrazia – ha aggiunto – soffoca la nostra capacità di innovare e crescere. Dobbiamo snellire i processi e garantire un accesso equo e rapido alle risorse”. Un altro punto critico è quello delle infrastrutture.
“Un sistema infrastrutturale moderno ed efficiente – chiude Capecchi – è imprescindibile per garantire la competitività delle nostre imprese agricole. Dobbiamo poter contare su strade, connessioni e servizi che rispondano alle esigenze del settore. Ma il tempo di agire sta scadendo. Dobbiamo proteggere il nostro patrimonio agricolo e costruire un futuro sostenibile e prospero per le prossime generazioni”. Ma i problemi sono anche altri, come quelli delle malattie, sottolineate dal direttore Enrico Rabazzi. “La Psa (peste suina ndr.) che per il momento non ci sta toccando – ha detto – rappresenta un problema serio che va affrontato. Così come quello della Tubercolosi bovina. Attenzione anche alla Blue Tongue. Ci sono stati danni importanti per colpa di varianti che non hanno il vaccino”.