Monte Argentario (Grosseto), 23 luglio 2024 – È entrata nel porto intorno alle 14,30, ha fatto un giro fin quasi alla banchina virando con grazia, poi è uscita di nuovo dall’imboccatura del Valle dopo pochi minuti. Si tratta con ogni probabilità di una Balenottera Comune, il cui nome scientifico è Balaenopteta Physalus, che nel primo pomeriggio ha dato spettacolo all’interno dello specchio acqueo di Porto Santo Stefano.
Balenottera rimane incastrata fra le barche a Talamone
Un esemplare tra i 10 e i 15 metri metri, ben visibile in un video girato dai dipendenti della compagnia di navigazione Maregiglio durante le manovre di partenza verso l’isola.
Dalle immagini si può vedere il cetaceo nuotare a pelo d’acqua, per poi riaffiorare per qualche secondo per prendere fiato. Un evento che ha quindi destato l’attenzione di molti, compresi i dipendenti che lavorano sul traghetto.
"Mentre facevamo la manovra per uscire dal porto – raccontano – abbiamo visto la balenottera. Non ci ha creato nessun problema, anzi, è stata una bella cosa da vedere anche per i passeggeri, che si sono meravigliati e hanno subito fatto dei video. Speriamo che non abbia avuto problemi e sia uscita dal porto in sicurezza”.
La balenottera comune è il secondo animale del pianeta per dimensioni, dopo la balenottera azzurra. Si sa che può raggiungere e superare i 24 metri, anche se la lunghezza media è molto inferiore. Difficile quantificare con precisione quella vista a Porto Santo Stefano, anche se non si tratterebbe di un esemplare di grandi dimensioni, raggiungendo al massimo i 15 metri. Pare, stando alle dichiarazioni di chi lavora in mare, che l’esemplare sia stato avvistato altre volte nei dintorni dello specchio acqueo argentarino, probabilmente anche nel porto stesso. È l’unica balena presente regolarmente nel Mediterraneo. Può compiere grandi balzi fuori dall’acqua, comportamento manifestato durante le interazioni sociali. La balenottera comune è un animale pelagico, vive cioè prevalentemente in mare aperto lontano dalla costa. In Italia normalmente viene osservata nei mari con profondità superiore ai 2.000 metri. Difficile anche capire perché si sia spinta all’interno del porto: si può ipotizzare che sia avvenuto perché disorientata. Alcuni anni fa un esemplare simile si spiaggiò sulla Giannella, con i volontari che compirono ogni manovra per cercare di salvarla, purtroppo senza successo. Tutti si augurano che questo esemplare trovi la retta via. La strumentazione naturale dei cetacei per orientarsi può infatti subire influenze anche di inquinamento acustico, perdendo «la bussola" in casi particolari.