Balenottera incastrata: “Vicenda non legata ai cambiamenti climatici”

Roberto Rutigliano del centro ricerca cetacei di Portoferraio: “Un animale in salute non cadrebbe in questo errore di navigazione”

Talamone (Grosseto), 24 luglio 2024 - “No, non riteniamo che un caso singolo, così al limite, possa essere imputato ai cambiamenti climatici”. Roberto Rutigliano del centro ricerca cetacei di Portoferraio esclude che alla base della vicenda del grosso cetaceo incastrato tra le barche al porticciolo di Talamone, che sta avendo così tanto clamore, possa esserci la variazione climatica. Ma, dunque, che cosa può esser successo all’animale? “È possibile solo fare congetture - riflette Rutigliano -. È certo che un animale in salute non cadrebbe in un tale errore di navigazione, quindi alla base c’è la ricerca di un basso fondale e un disorientamento dato da problemi al sistema di ricezione del biosonar”. Insomma, il sonar biologico utilizzato dal cetaceo può essere andato in tilt a causa dei problemi di salute della balenottera.

La balenottera incastrata fra le barche di Talamone. L'emergenza è scattata nella mattina di mercoledì 24 luglio
La balenottera incastrata fra le barche di Talamone. L'emergenza è scattata nella mattina di mercoledì 24 luglio

Siete potuti andare sul posto per verificare la situazione?

"Purtroppo no, perché da maggio a settembre operiamo in mare aperto, su barche a vela e non abbiamo la possibilità di accorrere dappertutto. Abbiamo seguito il caso telefonicamente grazie al primo diportista coinvolto che ci ha tenuti aggiornati”.

Ci sono stati casi simili in passato?

"C’è stato un caso identico a Portoferraio in darsena circa 8 anni fa. In quella occasione la balenottera disorientata è stata aiutata a districarsi dalle cime d’ormeggio e poi ha preso il largo in maniera relativamente semplice”.

Qual è in linea generale lo stato di salute dei cetacei che frequentano i mari della nostra regione?

“I cetacei che frequentano la nostra regione maggiormente sono tursiopi, stenelle, balenottere comuni, capodogli e delfini comuni, in ordine di facilità d’avvistamento. I primi possiamo dire che sono in ottimo stato, i secondi hanno periodicamente delle morie dovute a malattie del sistema respiratorio, ma attualmente la loro ‘’densità è migliorata molto. Le balenottere sono solo di passaggio da sud verso nord, ovvero dalla zona sud del Giglio verso il mar Ligure e sono abbastanza regolari; gli avvistamenti hanno una frequenza di 2-3 al mese attorno all’isola d’Elba. Lo stato dei capodogli deve ancora essere valutato con precisione, perché i pochi avvistamenti nel canale di Corsica riguardano individui giovani. I delfini comuni sembravano scomparsi 20 anni fa, ma oggi si rivedono in piccolissimi numeri fra i branchi di stenelle e raramente in branchi monospecie”.