Isola di Giannutri (Grosseto), 29 luglio 2024 – Ci risiamo. Dopo lo scandalo l’anno scorso dello yacht dello sceicco, anche quest’anno le imbarcazioni sono tornate ad assediare e a vìolare il mare protetto dell’isola di Giannutri. La denuncia arriva da Legambiente Arcipelago Toscano.
Il Golfo dello Spalmatoio è stato invaso da centinaia di imbarcazioni di tutte le grandezze, molte delle quali ancorate a pochi metri dalle rocce o comunque senza rispettare il limite dei 100 metri dalla costa rocciosa.
In particolare, denuncia Legambiente, domenica 22 luglio una barca di diving appena fuori Cala Maestra in piena zona 2 del Parco Nazionale e altre cinque barche di diving a Cala Ischiaiola si sono ancorate senza ormeggiarsi alle boe dedicate messe a disposizione del Parco Nazionale.
Sabato 27 luglio a Cala del Lino, nel golfo dello Spalmatoio, imbarcazioni si sono ancorate a pochi metri dalla roccia non rispecchiando il limite dei 100 metri. Alcune di queste si sono legate al fondale roccioso a un paio di metri di profondità. Sempre nella giornata del 27 luglio a Punta Secca alcuni diving si sono ancorati a pochi metri dalla roccia invece di utilizzare le boe del Parco Nazionale.
"Purtroppo a Giannutri, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ci si continua ad ancorare in questo modo. Questo anche perché le regole non sono chiare e non esiste alcun controllo quotidiano, qualcosa che sarebbe impensabile in un’area tutelata a mare in un altro Paese europeo, a partire dalla vicina Francia. Chiediamo al Parco Nazionale di chiarire a tutti gli Enti preposti e in particolare alla Capitaneria di Porto Santo Stefano le regole attualmente vigenti anche per permettere a tutti i diving di operare nel migliore dei modi rispettando le regole", sottolinea Legambiente.