
"Beach rock scomparsa" La denuncia di Stefanini "Niente barriere soffolte"
"Chi ha o ha avuto la fortuna di poter sorvolare la costa del golfo di Follonica che va da Torre del sale verso Follonica non può non essere rimasto meravigliato dalla linea scura parallela alla spiaggia, ad una distanza di pochi metri che corre (o correva) fino allo sbocco a mare del Cervia, vicino al Boschetto". Inizia così Marco Stefanini, ambientalista e politico follonichese. "Si tratta invece di una formazione rocciosa costituitasi all’interno della spiaggia (da qui il nome di beach rock) per la precipitazione del carbonato di calcio (calcite o aragonite) fra il livello della bassa e quello dell’alta marea – aggiunge – Alla formazione possono avere avuto un ruolo anche batteri che vivono nella sabbia proprio in quel livello. Sopra e tra i suoi spazi possono trovare rifugio e vivere piccoli molluschi, pesci e altri organismi marini di piccole dimensioni. Di sicuro la fauna e flora ittica presente hanno subito negli ultimi anni un notevole peggioramento, generazioni di retini, trappole per polpi o raccoglitori di cozze e patelle l’hanno messa a dura prova o addirittura fatta sparire". "Oggi siamo molto preoccupati dal progetto di insediare delle barriere soffolte nella zona tra Torre Mozza e la Baia Toscana – aggiunge – Nel comune di Follonica abbiamo la prova visiva che opere marittime vicine alla beach rock portano alla sua scomparsa, al seppellimento da parte della sabbia proprio come è avvenuto a levante del fosso Cervia in comune di Follonica. La scoglierina, così era chiamata dai follonichesi, è sparita nel giro di pochi mesi dopo che sono state costruite barriere a mare verticali e orizzontali: oggi c’è una spiaggia di dimensioni adriatiche ma la beach rock non c’è più". Secondo Stefanini "se poi andasse avanti il progetto è si procedesse a mettere materiale per proteggere la spiaggia, già molto depauperata anche per colpa delle muraglie in bozze e cemento costruite anni fa a protezione della pineta e delle strutture turistiche allora esistenti ed oggi miseramente crollate, farebbe insabbiare la formazione rocciosa e un ipotetico, disgraziato ripascimento tra costa e beach rock sarebbe la fine per questo ecosistema. Per mettere due o tre file di ombrelloni su 2 o 300 metri ne vale la pena? Senza contare poi che non mancano certo le spiagge libere o attrezzate nelle vicinanze. Abbiamo il timore che si voglia percorrere una strada verso il turismo che sia distruttiva".