Sono dieci in Toscana, di cui tre in provincia di Grosseto e in futuro ne potranno nascere degli altri. La Toscana si conferma come una delle regioni leader nel biologico, con oltre il 37,5% di superficie utile coltivata bio, rispetto a una media nazionale del 19,8%, e un’incidenza di aziende biologiche del 13,3%, quasi il doppio del dato nazionale del 7,4%. In questo contesto regionale, la nostra provincia gioca un ruolo fondamentale. I tre Distretti grossetani contano da soli più di 2.500 aziende che fanno dell’agricoltura biologica una condizione vitale e che seguono regole ferree nelle attività agricole. Il biologico insomma non accetta compromessi, infatti è un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali escludendo l’utilizzo di sostanze prodotte dalla sintesi chimica come: concimi, diserbanti e insetticidi. Anche questo metodo, nonostante le difficoltà che si possono incontrare a partire da quelle provocate dalle condizioni climatiche avverse, è un modo di promuovere l’agricoltura, attraverso il recupero delle tradizioni, delle eccellenze e delle tipicità locali. L’ultimo Distretto biologico ad essere nato è stato quello del Montecucco, che si estende in sette comuni e che si distingue per l’elevata percentuale di superficie agricola biologica (che supera attualmente il 56% della superficie agricola utilizzata). Il primo invece è stato quello della Maremma Toscana e che si sviluppa sui comuni di Capalbio, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Magliano in Toscana e Manciano. Nel mezzo ai due ne è nato un altro ed è quello delle Colline della Pia. Tre i comuni che ne fanno parte e cioè Roccastrada, Gavorrano e Massa Marittima per un potenziale di 430 aziende biologiche. Se questi sono quelli iscritti nell’albo nazionale dei distretti biologici e nel Registro nazionale dei distretti del cibo, altri territori si stanno muovendo e sono alle prese con l’iter. Uno fra tutti è quello è il Distretto biologico Aldobrandesco che dovrebbe comprendere i comuni di Castell’Azzara, Pitigliano, Roccalbegna, Sorano e Semproniano, con un totale di oltre 390 aziende. Per l’assessora all’agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi, i Distretti biologici sono oggi fondamentali per porre una sempre maggiore attenzione non solo verso l’agricoltura e la tutela delle produzioni ma anche ai caratteri di identità territoriale e paesaggistici dei luoghi, ai criteri della sostenibilità ambientale e di conservazione del suolo agricolo e verso la tutela dell’agrobiodiversità. "Oggi i Distretti biologici – ha detto Saccardi in occasione dell’inaugurazione del distretto Montecucco – sono un segnale forte di volontà di una cultura volta al cambiamento che viene dai territori. Per questo il Distretto biologico rappresenta uno strumento che va a rafforzare le comunità rurali che mettono al centro del proprio programma di sviluppo la sostenibilità, sia ambientale ma anche economica".