Per ora i capi "smaltiti" sono stati trentuno 31. Ma la situazione è critica. Valeria Bruni, imprenditrice agricola che ha la sua azienda nella zona di Marsiliana, sta combattendo giorno dopo giorno con la "Blue Tongue", la "febbre degli ovini" che ha pesantemente colpito il suo gregge. "Era composto da 315 capi – dice – 31 pecore sono smorte. Il vaccino? Purtroppo non esiste. C’è solo una terapia cortisonica che è iniziata i primi di novembre, ma ci sono delle varianti diverse che non possono essere curate". Oltre il danno anche la beffa. "Esatto – aggiunge – non si perde solo una pecora, ma è tutta la filiera che viene colpita. Solitamente l’animale che si ammala è giovane, in piena produzione. E dunque anche la produzione del latte è calata in maniera vertiginosa. Bisogna rimpiazzare i capi persi, ma bisogna considerare costi aggiuntivi per la pulizia, lo smaltimento delle carcasse e la mancata vendita". Il fabbisogno di latte è dunque una priorità per tutto il comparto. "Per rimpiazzare la produzione servono almeno 70 capi che abbiamo aggiunto al gregge. Ma le pecore devono crescere ed entrare in produzione. Ecco perché il danno è grande e non solo immediato, e si ammortizza negli anni".
CronacaBruni: "Blue tongue, un flagello"