"I buoni fruttiferi postali a termine senza indicazione della scadenza non si prescrivono". È quanto ha deciso il tribunale a tutela di due risparmiatrici che si erano visti negare la riscossione da Poste Italiane, che sosteneva come quei buoni fossero ormai prescritti. Madre e figlia nel 2007 e 2008 avevano investito i risparmi in buoni fruttiferi: Bfp a 5 anni di scadenza, che quindi si sarebbero prescritti nel 2022 o 2023. Nel 2019 però la figlia, rivolgendosi alle Poste per la riscossione, aveva scoperto che si trattava di buoni a termine con scadenza a 18 mesi e di conseguenza, secondo il ragionamento di Poste, ormai prescritti. Ma le risparmiatrici, visto che nei buoni non era riportata alcuna data, si era rivolta alla sede grossetana di Confconsumatori perché non aveva alcuna intenzione di rinunciare a 8.000 euro, oltre agli interessi. La giudice Claudia Frosini ha riconosciuto che Poste avrebbe dovuto consegnare alle risparmiatrici un foglio illustrativo nel quale doveva essere indicata la fruttificazione e la scadenza del titolo.
CronacaBuoni fruttiferi, sentenza Poste condannate