Due recenti sentenze ottenute da Confconsumatori a Grosseto rimettono in discussione le pronunce della Corte di Cassazione, che si era espressa a favore di Poste in merito alla questione dell’ingannevolezza dei buoni fruttiferi postali serie "QP", annullando gli effetti di numerosissime precedenti vittorie ottenute dall’associazione davanti all’Arbitro bancario finanziario. Ora, però, una nuova speranza per gli intestatari dei buoni Q delusi viene da Grosseto, dove il giudice ha, invece, condannato Poste al rimborso, ritenendo di dover far prevalere "l’orientamento che tutela in via prioritaria l’affidamento riposto dal risparmiatore sulle risultanze letterali del buono postale fruttifero". Con due diverse sentenze del 16 gennaio, il Tribunale di Grosseto (giudice unico Claudia Frosini) in merito alla questione relativa alla fruttificazione dal 21mo al 30mo anno dei Buoni postali fruttiferi si è discostato dalle ultime quattro pronunce della Suprema Corte ritenendo di dover far prevalere "l’orientamento che tutela in via prioritaria l’affidamento riposto dal risparmiatore sulle risultanze letterali del buono postale fruttifero". Il Tribunale ha evidenziato la tutela dell’affidamento del risparmiatore perché le indicazioni del buono "in mancanza di disposizioni o correzioni in senso contrario legittimavano l’insorgere di un affidamento contrattuale circa l’applicazione di interessi in misura differenziata". In questi due casi i risparmiatori erano risultati vittoriosi anche dinanzi all’Abf di Banca d’Italia ma Poste non aveva adempiuto alle decisioni dell’arbitro.
Cronaca"Buoni postali Q Due sentenze fanno sperare"