
Il progetto per la realizzazione dello scolmatore di Camporegio è del 2014. Lavori consegnati nel 2022 e ora bloccati per un’interdittiva antimafia.
ALBINIASi è impantanata nel fango della burocrazia. L’imponente opera che dovrebbe risolvere gran parte dei problemi di esondazioni nella zona sud della provincia, nelle campagne attorno ad Albinia, è ancora ferma al palo, nonostante ci si stia pensando dal lontano 2012, l’anno maledetto per la Maremma, quando l’alluvione di novembre si portò via sei vite, oltre pezzi di case, terreni, coltivazioni. Un ponte crollato e la statale Aurelia spaccata in due. Nacque da lì, da qualla devastazione, il progetto di quello che è poi diventato, anzi vorrebbe diventare, lo scolmatore di Camporegio. Un’opera da 30 milioni di euro, ipotizzati dieci anni fa, che ancora non è concluso e che vedrà lievitare notevolmente anche i milioni di euro. Mentre le alluvioni si susseguono inesorabilmente, l’ultima tre giorni fa. Fortunatamente senza un costo di vite ma sempre ingente per i danni che si porta dietro e i costi per l’agricoltura.
Opera e ritardi. La realizzazione di scolmatore e cassa di espansione per ridurre il rischio di esondanzione del fiume Albegna è stata pensata all’idomani della tragedia del 2012, con progetto approvato nel 2014. Opera cui partecipano, come enti interessati e appaltanti, Regione Toscana, Anas e Rfi per quanto di proprio competenza. Messa a bando dei lavori nel 2018 (quattro anni di iter solo per il bando). Lavori aggiudicati nel 2019 e consegnati nel 2022 (tre anni per la consegna dei lavori). Nei giorni scorsi la ditta individuata da Anas per le opere di propria competenza avrebbe smantellato il cantiere (opere realizzate per circa il 60 %), a seguito della seconda interdittiva antimafia (ce n’era stata una precedenza, poi risolta). E ora? Chi conclude i lavori, considerando che le altre due imprese individuate rispettivamente da Regione Toscana e Rfi non possono portare a termine le proprie opere? Anas dovrà ricorrere a un altro bando per individuare la nuova impresa (con gli stessi tempi burocratici elefantiaci?), oppure si passerà direttamente con l’incarico alla seconda del primo bando? Nel frattempo, come abbiamo potuto vedere nel corso degli anni, l’acqua scorre. Inesorabilmente.
Cristina Rufini