Sarà il primo settembre la giornata di "preapertura" della caccia in Toscana. Lo stabilisce una delibera della giunta regionale approvata qualche giorno fa e che non ha, come al solito, rispamiato polemiche. Si parte con l’"appostamento" per determinate specie con orario dalle 6 alle 19. In provincia di Grosseto sarà possibile cacciare la tortora (Streptophelia turtur), gazza, ghiandaia e cornacchia grigia. Sempre con l’utilizzo dell’App per indicare il raggiungimento del carniere massimo consentito. La caccia al cinghiale invece aprirà dal primo ottobre (un giovedì) fino al 31 gennaio. Un testo, quello del nuovo calendario venatorio, che ripropone lo schema dell’anno precedente ed eventuali modifiche saranno prese in considerazione solo se presentate all’unanimità dalle associazioni venatorie. Che quindi subito dopo Pasqua si incontreranno per verificare l’esistenza di idee comuni da avanzare, soprattutto per le deroghe, anche alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalla Regione Liguria, che impone all’Ispra di indicare puntualmente, entro il mese di aprile le quantita di specie cacciate se appositamente richieste.
Ma in Maremma la caccia è in calo. Basta guardare i numeri per capire che i cacciatori sono sempre di meno. Quindici anni fa infatti i tesserini venatori in tutta la provincia erano 9.951. Gli ultimi numeri disponibili parlano di 6.216 tesserini (2023-2024), di cui 247 fatti con la App. Un calo vertiginoso che si attesta sul -3% ogni anno. Nel 2022-2023 i numeri raccontavano di 6.764 tesserini (348 con la App), mentre nel 2021-2022 erano 6.689. I motivi? I più disparati: dai più giovani che non hanno più la "passione" di un tempo, ai costi che sono "importanti": si parla infatti di 600-700 euro all’anno per poter imbracciare il fucile per i mesi "canonici". "Siamo un po’ amareggiati – esordice Davide Senserini, vicepresidente di Federcaccia –. La stagione scorsa erano state fatte scelte coraggiose con il tesserino elettronico. In pratica, al raggiungimento dei capi abbattuti in provincia, veniva stoppata la caccia alla tortora. Quest’anno non è stata riproposta, una scelta che non è stata né concordata né condivisa". Una situazione, comunque da monitorare: "Il mondo della caccia è in declino – chiude Senserini –. La modifica della caccia al cinghiale va nella direzione di effettuare maggior prelievi in braccata. Anche per la paura di diffusione della peste suina". Sulle polemiche della pre-apertura torna anche Johnny Bizzarri, presidente di Libera Caccia: "I dati che arrivano dall’Europa sono chiari: tortore e colombi possono essere cacciati. Lo ha deciso l’Unione Europea, non vedo il problema – inizia –. Sarebbe stato meglio invece che la Regione prolungasse la caccia anche a febbraio invece di anticipare l’apertura. Ormai le stagioni sono diverse". Anche per Bizzarri ci sarà il problema delle novità sulle selezioni: "Si potrà cacciare fino a mezzanotte coi visori notturni. Dove sta la sicurezza? Credo che sia una situazione da monitorare bene. Prima gli animali venivano segnalati alle guardie venatorie che assegnavano al volontario l’uccisione, adesso rischia di essere un problema trovarsi nei campi con tanti cacciatori pronti a far fuoco".