REDAZIONE GROSSETO

A caccia, ma con il defibrillatore

Defibrillatori durante le battute al cinghiale con sei squadre

La presentazione dell'iniziativa

Grosseto, 30 dicembre 2018 - Un progetto importante presentato nella sala del Consiglio comunale di Manciano dal titolo ‘Caccia Sicura’, sostenuto dal Comune, dalla Misericordia e da Asl Toscana Sud Est. Nato da un’idea del consigliere delegato comunale alla sanità Luca Giorgi insieme al sindaco di Manciano Mirco Morini, ‘Caccia Sicura’ è un progetto, il primo in Toscana e unico in Italia che si unisce a quello già esistente nel territorio mancianese ‘Comune Cardioprotetto’.

Grazie a questa iniziativa sono stati consegnati ai cacciatori, che si sono formati tramite un corso certificato, i defibrillatori da utilizzare durante le battute di caccia al cinghiale. Un progetto con lo scopo di diffondere la cultura della cardioprotezione tra i cacciatori di cinghiali, le cui battute sono generalmente fatte in luoghi impervi, difficili da raggiungere dai soccorsi, in caso di malore per arresto cardiaco. Le sei squadre di caccia che sono state formate sono tutte operanti nel comune di Manciano. Ognuna ha visto la partecipazione di quattro membri formati all’uso del defibrillatore e alle manovre di primo soccorso e disostruzione. La formazione è stata eseguita alla Misericordia di Manciano da parte del consigliere delegato alla sanità del Comune di Manciano, Luca Giorgi, formatore regionale Blsd.

"Questo progetto – spiega Luca Giorgi – mira ad ampliare il piano ‘Comune Cardioprotetto’. La nostra amministrazione ha deciso di consegnare i defibrillatori ai cacciatori di cinghiale, dopo un accurato corso per imparare ad usarli, in quanto la caccia in Toscana è molto sentita e nel nostro comune è una delle maggiori attività hobbistiche, attività che spesso vengono praticate in posti impraticabili e difficili da raggiungere con i mezzi. Questo progetto va oltre la politica. È innovativo e il suo obbiettivo è la diffusione della sicurezza sanitaria in ambiente da caccia, ambiente che per molte ragioni, in caso di soccorso sanitario a persona, può mostrare situazioni difficoltose per raggiungere la persona colpita, in questo caso da arresto cardiaco, in tempi brevi".

Poi un po’ di dati. "Sessantamila persone all’anno – conclude il direttore Deu 118 Asl Toscana sud est Massimo Mandò - muoiono per arresto cardiaco in Italia. Più defibrillatori sul territorio ci sono, più persone vengono salvate. Occorre diffondere la cultura della collaborazione con la centrale del 118, occorre parlare lo stesso linguaggio tra cittadini e operatori del soccorso, in modo da poter farsi capire nel momento del bisogno e poter intervenire recuperando tempo prima dell’arrivo dei soccorsi".