LUCA AMODIO
Cronaca

Calano gli artigiani. In 11 anni 1.800 in meno: "I giovani cercano altro ripartiamo dalla scuola"

Il report della Cgia di Mestre: "In Maremma -20% di imprese artigianali". Scompaiono i mestieri tradizionali: falegnami, elettricisti e idraulici. Allarme: "Non c’è più ricambio generazionale, colpa degli stereotipi" .

Calano gli artigiani. In 11 anni 1.800 in meno: "I giovani cercano altro ripartiamo dalla scuola"

Sempre meno persone impegnate nell’artigianato,. Grosseto non fa eccezione

Falegnamerie, officine, lavanderie a rischio estinzione. Fra 10 anni sarà un’impresa trovare un idraulico per aggiustare la caldaia. Sì perché negli ultimi 11 anni a Grosseto sono “scomparsi“ quasi 1800 artigiani: un calo del 20%. Nel 2012 erano 8764 adesso, se si guarda i dati del 2023, sono poco più di 7000. Una discesa drastica che ha colpito tutto lo Stivale: da nord a sud. Lo racconta un report della Cgia di Mestre che fotografa la situazione delle imprese artigiane nel Belpaese. Un disastro: il segno meno c’è davanti ognuna delle 103 province analizzate. In Italia siamo a 400mila imprese in meno dal 2012.

A dirla tutta in Maremma il fenomeno si è sentito di meno. Ad esempio, nella vicina provincia di Lucca c’è stato un ridimensionamento di oltre il 30%. Un artigiano su tre si è “estinto“ portando con sè il suo savoir faire che se ne è andato come “lacrime nella pioggia“. Non è un’esagerazione: non c’è ricambio generazionale e la bottega dei genitori spesso non si eredita. I figli degli artigiani oggi guardano altrove.

Ce lo conferma anche Anna Rita Bramerini direttrice della Cna di Grosseto: "Purtroppo in questo paese c’è una cultura che steriotipizza in modo negativo i lavori tradizionali che sono diventati meno attrattivi per i giovani". Dall’altra parte invece c’è un’impennata rispetto gli artigiani del terzo millennio, quelli hi tech: "Stiamo parlando di tutte le professioni che ruotano intorno alla comunicazione, al web marketing e al mondo del social che stanno riscuotendo grande interesse tra le nuove generazioni", prosegue Bramerini. Di idraulici, fabbri, elettricista, calcolai nemmeno l’ombra invece. "Anche da noi ci sono più avvocati che idraulici – ci dice con un po’ di triste ironia Mauro Ciani segretario generale di Confartigianato – quel passaggio intrafamiliare non si vede più e poi c’è il problema che i pochi artigiani rimasti non trovano dipendenti da assumere e da far crescere". Già, è finita l’era in cui si andava in bottega ad imparare dal maestro – “impara l’arte e mettila da parte“, ricordate? - e poi ci si metteva in proprio. Bene o male che sia, è la realtà dei fatti.

Prospettare una soluzione non è semplice. Da un parte c’è l’inverno demografico che fa gelare il sangue agli artigiani: si fanno sempre meno figli e questo significa meno lavoratori specie in una terra come la Maremma in cui molti giovani, specie i laureati, se ne vanno altrove per trovare lavoro. Lavoro, quello ricercato, che difficilmente è quello di fare il falegname o l’elettricista.

"Ripartiamo dalla scuola". Dicono all’unisono Bramerini e Ciani. "Il modello tedesco, con il doppio binariotra formazione e apprendimento, potrebbe essere una soluzione per avvicinare i ragazzi e le ragazze a queste professioni", sostiene Ciani. "Dal 2021 siamo impegnati nelle scuole con il progetto “Artigiani del futuro“ con cui andiamo nelle scuole superiori ma anche medie a parlare di auto imprenditorialità", conclude Anna Rita Bramerini.