NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Camera di commercio. Parità di genere. Nei fatti

L’Ente ha ottenuto la certificazione per le azioni messe in campo. Breda: "Orgoglioso, ma lo considero un punto di partenza e non di arrivo".

La presentazione di ieri in Senato nella sala «Caduti di Nassiriya»

La presentazione di ieri in Senato nella sala «Caduti di Nassiriya»

La Camera di commercio è la prima in Toscana e fra i primi enti pubblici della regione ad aver ottenuto la certificazione della parità di genere. La certificazione è stata introdotta dal Pnrr per promuovere maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro, incentivare ad adottare policy adeguate, assicurare una maggiore qualità del lavoro femminile, promuovendo la trasparenza sui processi lavorativi, riducendo il divario retributivo di genere, aumentando le opportunità di crescita e tutelando la maternità.

È stato un percorso che la Camera di commercio ha voluto perseguire fin da subito e ieri le attività legate a questa certificazione sono state presentate in Senato. Al centro dell’incontro, in cui sono intervenuti l’onorevole Simona Petrucci, il presidente della Camera di commercio Riccardo Breda, il segretario generale della Cciaa Pierluigi Giuntoli, il presidente di Unioncamere Andrea Prete e la consigliera nazionale di parità Filomena D’Antini, il valore della certificazione della parità di genere e l’impegno della Camera di commercio. Per Riccardo Breda questo risultato certifica le azioni messe in campo dall’ente per la parità e per ridurre il divario di genere, che ancora permane.

"Sono orgoglioso di questo successo, che non consideriamo un traguardo ma un punto di partenza – ha detto Breda – per continuare a lavorare, perché è un riconoscimento ufficiale, intrapreso su base volontaria, che sancisce l’impegno concreto della Camera alla rimozione degli ostacoli alla piena attuazione delle pari opportunità".

Il percorso può essere un modello per altri enti pubblici e per le aziende. "Le politiche della Cciaa per la parità hanno soddisfatto tutti i requisiti richiesti per ottenere la certificazione e sono declinate in varie azioni sia esterne che interne – ha aggunto Giuntoli –. Tra queste vi sono la formazione specifica del personale, policy per la parità relative a gestione della carriera, equità salariale, genitorialità e cura, conciliazione dei tempi vita-lavoro come il lavoro agile, il part time, il benessere organizzativo, un programma di welfare e attività di prevenzione di ogni forma di abuso fisico, verbale, digitale sui luoghi di lavoro".

Le congratulazioni sono arrivate anche dalla senatrice Simona Petrucci. "La vera parità di genere – ha detto Petrucci – si fonda su un principio: donne e uomini devono partire dalla stessa base. Non si tratta di fare favori alle donne, ma di garantire che esse possano emergere in ogni campo grazie alle loro capacità". Per Andrea Prete, poi, "la certificazione della parità di genere, così come è stata impostata in Italia, viene considerata come un unicum al mondo" e Filomena D’Antini, consigliera nazionale di Parità ha concluso: "Il lavoro e l’autonomia economica sono le principali armi contro la violenza sulle donne".