REDAZIONE GROSSETO

Carabinieri Biodiversità a Montecristo per studiare i grandi lecci secolari

Ricercatori universitari con droni e Gps

Carabinieri Biodiversità a Montecristo per studiare i grandi lecci secolari

Ricercatori universitari con droni e Gps

Montecristo è la più distante dalla terraferma fra le isole dell’Arcipelago Toscano. Divenuta Riserva Naturale dello Stato nel lontano 1971, è oggi gestita dall’Arma dei Carabinieri del reparto della Biodiversità di Follonica. Che stanno approfondendo le caratteristiche e della longevità dei plurisecolari alberi di leccio dell’isola, con i loro oltre nove secoli di età o dello studio degli habitat di prioritario interesse per la conservazione che fanno di Montecristo un vero e proprio scrigno di biodiversità. In questo ambito, ricercatori botanici delle Università di Siena e Firenze, in collaborazione con i Carabinieri per la Biodiversità di Follonica, stanno studiando la vegetazione rupicola dell’isola di Montecristo, di grande rilevanza conservazionistica poiché riferibile all’habitat di interesse comunitario "Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica". Il progetto, coordinato dal professor Bruno Foggi, del Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università di Firenze, e dalla professoressa Claudia Angiolini, del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Siena, ha coinvolto i ricercatori Unisi, Leopoldo de Simone e Tiberio Fiaschi che, a inizio ottobre, sono stati in missione sull’isola utilizzando droni e Gps con precisione centimetrica per monitorare lo stato di conservazione dell’habitat e delle sue rare specie vegetali, alcune delle quali, come la Saxifraga montis-christi e lo Hieracium racemosum subsp. amideii, esclusive dell’isola. "Il progetto - dice il Colonnello Giovanni Quilghini - mira non solo a migliorare la conoscenza degli habitat di Montecristo, ma anche a promuovere una conservazione efficace delle specie rare e minacciate che vi risiedono".