NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Carenza di contributi: "Siamo praticamente dipendenti dall’Europa. E la burocrazia ci stritola"

Panoramica su uno dei settori trainanti della Maremma con Cia Grosseto. Capecchi: "Solo gli sgravi fiscali non sono sufficienti. Dobbiamo intervenire".

Panoramica su uno dei settori trainanti della Maremma con Cia Grosseto. Capecchi: "Solo gli sgravi fiscali non sono sufficienti. Dobbiamo intervenire".

Panoramica su uno dei settori trainanti della Maremma con Cia Grosseto. Capecchi: "Solo gli sgravi fiscali non sono sufficienti. Dobbiamo intervenire".

GROSSETO

Sono momenti difficili per i titolari delle imprese agricole, sempre più schiacciati dal peso del sistema che non sempre le sostiene a sufficienza e contemporaneamente le risorse disponibili sono purtroppo sempre meno.

A far suonare un campanello di allarme è Claudio Capecchi (foto), presidente di Cia Grosseto. In un momento storico complesso, il mondo agricolo è chiamato a fronteggiare sfide interconnesse che mettono a rischio la sua sostenibilità economica e produttiva. Insomma i costi di produzione crescono in maniera esponenziale, la burocrazia è sempre più soffocante e a completare la tempesta perfetta ci pensano la concorrenza sleale e un clima che certo non è dalla parte degli agricoltori. Purtroppo, come di altri settori. Per Capecchi una delle questioni centrali che emergono con forza riguarda la progressiva riduzione delle risorse economiche destinate al comparto agricolo. Negli ultimi vent’anni, si è assistito a un calo costante dei fondi nazionali a supporto del settore.

"Se un tempo le risorse si dividevano quasi equamente tra i fondi europei derivanti dalla Pac (Politica agricola comune) e quelli interni stanziati dal Ministero e dalle Regioni – sottolinea Capecchi - oggi la situazione è drammaticamente cambiata. Le risorse nazionali, al di fuori del Psr (Programma di sviluppo rurale) e degli sgravi fiscali per il settore, si sono ridotte in modo significativo, costringendo le imprese agricole a dipendere quasi esclusivamente dai fondi comunitari".

Questo spostamento delle risorse crea difficoltà enormi, soprattutto per quelle piccole e medie imprese che non riescono a fare fronte agli alti costi operativi. Settori strategici come l’ortofrutticolo, il cerealicolo, la zootecnia, l’olivicoltura e il comparto lattiero-caseario sono sotto pressione, con margini di profitto sempre più ridotti.

"Laddove – prosegue Capecchi - è possibile gestire internamente la manodopera, si riesce a ricavare un piccolo margine di profitto, ma senza questo elemento fondamentale molte aziende rischiano di chiudere. Il nostro settore, che è strategico non solo per l’economia ma anche per la tenuta sociale e ambientale del Paese, è in crisi profonda.

Poi c’è il quadro internazionale che ci mette il carico da novanta e contribuisce ulteriormente a complicare una situazione già al limite della tollerabilità. Capecchi ha ribadito l’importanza di riconsiderare il ruolo dell’agricoltura.

"È fondamentale – conclude il presidente di Cia Grosseto –

che le politiche interne italiane ritornino a considerare l’agricoltura come un settore strategico, con risorse adeguate e interventi mirati". Per garantire un futuro all’agricoltura italiana, è necessario quindi per Cia ripensare l’allocazione delle risorse e mirare a rafforzare la marginalità delle imprese agricole attraverso l’innovazione tecnologica e pratiche sostenibili che ne garantiscano la competitività nel lungo termine. Se non si riuscirà a fare questo salto di qualità negli interventi, i problemi rischiano di mettere davvero in ginocchio un settore strategico per la Maremma e non solo.

Nicola Ciuffoletti