CRISTINA RUFINI
Cronaca

Carenza pesante di Oss: "Per questo gli infermieri vengono demansionati"

L’attacco del NurSind alla direzione dell’Azienda sanitaria locale Tse

L’attacco del NurSind alla direzione dell’Azienda sanitaria locale Tse

L’attacco del NurSind alla direzione dell’Azienda sanitaria locale Tse

GROSSETOLa carenza di operatori socio sanitari (Oss) nel territorio dell’Asl Toscana Sud-Est ha assunto ormai livelli drammatici, secondo quanto riferiscono dal sindacato Nursind: dei 1.300 operatori che dovrebbero essere in servizio, ne risultano circa 900. "Ma la cosa più incredibile è che, nonostante il consiglio regionale abbia prorogato la graduatoria degli Oss, nel piano aziendale dei fabbisogni la figura dell’operatore socio-sanitario non viene neppure nominata – si legge in una nota congiunta delle segreterie di Arezzo Siena e Grosseto – Come se il problema non esistesse". A fare luce su un quadro a tinte particolarmente fosche sono i segretari territoriali NurSind di Arezzo (Claudio Cullurà), Siena (Danilo Malatesta) e Grosseto (Valentina Galesi).

"Secondo la norma regionale - spiegano ancora dal sindacato -, il rapporto tra Oss e infermieri è di uno a tre. Dal momento che gli infermieri nell’Asl Toscana Sud-Est sono 3.800, il numero degli Oss si dovrebbe assestare sui 1.300. E invece i dati più recenti parlano di 900 persone, ovvero quanti se ne registravano prima della pandemia. Come se non bastasse, un terzo di queste 900 persone ha prescrizioni che li rendono non più totalmente abili al servizio e non possono quindi lavorare nei reparti, sollevare pesi o effettuare turni di notte. Di fatto il numero degli Oss scende a circa 600".

Cioè secondo il Nursind meno della metà di quelli che sarebbero necessari per garantire un servizio efficiente.Proprio in virtù di questa drammatica carenza, denunciano i segretari territoriali NurSind di Arezzo, Siena e Grosseto, gli infermieri vengono chiamati a svolgere mansioni che non sarebbero di loro competenza. L’ultimo episodio riguarda l’ospedale del Casentino, dove gli infermieri specialmente durante i giorni festivi sono costretti a servire il vitto o rifare i letti, ma segnalazioni di casi ugualmente gravi giungono anche dal Valdarno e dall’area grossetana, anche in settori particolari come la terapia intensiva cardiologica e pneumologica.

"Una situazione che ormai è diventata inaccettabile - concludono con fermezza Cullurà, Malatesta e Galesi - che ha bisogno di risposte rapide e concrete. Da troppo tempo, ormai, gli Oss che vanno in pensione non vengono sostituiti".