Caso Schlein Sindaco: "Non mi dimetto per una battuta"

Dopo le offese sessiste al segretario del Pd, Vivarelli Colonna ieri presente alla Commissione Pari Opportunità: "Sono pentito e mi sono scusato".

Caso Schlein  Sindaco: "Non mi dimetto  per una battuta"

Caso Schlein Sindaco: "Non mi dimetto per una battuta"

"Non mi dimetto certo per queste bischerate". Lo ha detto il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, di fronte alla Commissione Pari Opportunità, per il caso Schlein: il segretario del Pd era stato infatti oggetto di pesante sarcasmo da parte del primo cittadino per il suo aspetto fisico. "Ho il diritto di fare battute goliardiche – ha detto –. Siamo in un paese libero, e non sono né maschilista né sessista. Mi scuso ancora e mi pento di aver fatto quei post, ma se qualcuno spera di farmi dimettere si sbaglia". Poi aggiunge che sono in partenza "circa 250 denunce. Mi hanno offeso dopo quei post e c’è anche chi mi ha minacciato di morte". Sono state queste le ultime parole del sindaco prima di alzarsi e andarsene tra le proteste delle commissarie di centrosinistra, risentite per il fatto che Vivarelli Colonna non ha ascoltato le repliche. "Per il sindaco – ha spiegato Maria Claudia Rampiconi, una delle commissarie – si è trattato solo di sarcasmo e goliardia tipiche della maremmanità". L’assessore Angela Amante ha parlato di sbaglio fatto "ma il sindaco ha chiesto scusa". "Dissociarsi fermamente da quello che è stato fatto – ha aggiunto Maria Claudia Rampiconi – era il minimo sindacale vista la gravità della situazione. Non averlo fatto equivale ad un tacito assenso verso le gesta del primo cittadino. Tale circostanza non mi rappresenta, valuterò la fuoriuscita da questa aggregazione priva di identità". "Sottovalutare quello che è successo – ha aggiunto invece l’altra Commissaria, Gabriella Capone – è lo sbaglio più grande che si possa fare. Stiamo minimizzando atteggiamenti da bullo e di bodyshaming. Ricevere insulti del genere, non fortifica affatto il carattere di chi li subisce. Per alcuni restano cicatrici che non si risarciscono mai". La voce dell’Amministrazione è affidata a Luca Agresti. "So benissimo che Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha fatto un errore – inizia l’assessore alla cultura – e lo sa certamente anche lui, perchè l’ha riconosciuto, l’ha detto e l’ha spiegato. Poi si è anche scusato. Cosa deve fare di più? Adesso basta però, questo sta diventando un attacco politico su un argomento che si presta bene alle accuse. Ma ci sono tanti altri temi importanti da affrontare, sui quali invece l’opposizione si sente assai meno. C’è invece voglia da parte nostra – chiude Agresti – di parlare di temi diversi, ovvero del governo della città".