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Castagne, altro anno nero: "Cali fino al 70 per cento"

Piogge a primavera e grandine ad agosto hanno compromesso il raccolto. Ulivieri: "Sul mercato prodotti non amiatini". Sarà chiesto lo stato di calamità.

Castagne, altro anno nero: "Cali fino al 70 per cento"

Un altro anno nero per i castanicoltori amiatini chiamati quest’anno a raccogliere poco, pochissimo prodotto. La raccolta è iniziata con un ritardo di 15 giorni e i primi dati che emergono sono scoraggianti. Alcuni castagneti amiatini non hanno dato frutto, mentre nella maggior parte dei casi il frutto portato a casa è circa il 25% del totale. Il calo si attesta intorno al al 50%, in alcuni casi al 70%.

"Ancora una volta i nostri castanicoltori debbono fare i conti con un anno da dimenticare – spiega Roberto Ulivieri, presidente dell’associazione per la valorizzazione della Castagna del Monte Amiata Igp –. Il raccolto è iniziato in ritardo e si parla di un calo della produzione un po’ ovunque. Detto ciò è opportuno fare delle differenze. Ad esempio nella fascia intorno ai 700 metri di altezza i castagni hanno dato un po’ di prodotto, al di sopra invece il raccolto è stato più scarso".

Castagne poche ma buone, peccato che nel mercato vengano immesse un numero esiguo, malgrado sia frequente imbattersi in cartelli con scritti "Castagne dell’Amiata". Le dinamiche che regolano il mercato sembrano non valere per la commercializzazione della castagna, anche quest’anno infatti, a fronte di un prodotto scarso il prezzo con cui i grossisti acquistano le castagne è di poco superiore allo scorso anno. Doveva essere molto di più. "Si parla poco di più di 2 euro al chilo – prosegue Ulivieri – un prezzo troppo basso, le castagne continuano ad essere pagate poco. È molto difficile trovare il prodotto amiatino in vendita, il problema è che non esiste una legislazione chiara a tutela del prodotto castagna e il risultato finale è che molto spesso l’acquirente finale si trova ad acquistare castagne che non sono amiatine ma a prezzi alti".

I castanicoltori del Monte Amiata sono sfiancati da anni difficili, prima il cinipide, poi le muffe, ora le condizioni meteorologiche avverse. Le piogge primaverili non hanno permesso una buona fioritura, conseguentemente i ricci sono stati molti meno rispetto alla standard, in più la grandine dello scorso 17 agosto ha colpito alcune zone, mettendole ko. "Soprattutto nella zona di Pescina e anche Casa Marchi – prosegue Ulivieri – i fenomeni atmosferici hanno danneggiato i castagneti".

Sta maturando l’idea di richiedere alla Regione lo stato di calamità. Ulivieri non è convinto che questa strada potrà essere percorsa fino in fondo, ma potrebbe valere la pena tentare anche perché i fattori climatici anche quest’anno hanno influenzato, in negativo il raccolto. "Sicuramente un intervento a favore dei nostri castanicoltori va strutturato – conclude – da dieci anni a questa parte per portare a casa un minimo di reddito stanno patendo le pene dell’inferno".

Nicola Ciuffoletti