
Il giudice del lavoro Marco Mezzaluna
Grosseto, 6 settembre 2016 - Alla fine non c’è stata possibilità di accordo. Nessuna conciliazione e quindi si è aperto il processo davanti al giudice del lavoro di Grosseto tra la ex segretaria storica dell’Ordine dei medici e il nuovo direttivo dell’organismo provinciale. Anzi. Il processo – che ha già visto alternarsi due giudici Antonella Casoli e Marco Mezzaluna, con la probabilità che arrivi un terzo magistrato – è già in fase avanzata di dibattimento, considerando che ci sono state tre udienze e sono stati ascoltati dal giudice quattro testimoni: tre per la ex segretaria – che è assistita dall’avvocato Alessandro Antichi – e una per la difesa.
Il "conto" che è stato presentato al direttivo dell’Ordine dei medici è importante: 200mila euro, centomila per la liquidazione che non ha mai ricevuto, considerando che è stata salutata, dopo trentaquattro anni di servizio, con "grazie e arrivederci", e centomila di contributi che non sono stati corrisposti per la pensione. Contributi mai corrisposti perché il ruolo di segretaria è sempre stato ricoperto con un contratto di collaborazione co.co.co. E non dal primo anno peraltro.
La grossetana ha iniziato a ricoprire il ruolo di segretaria nel 1981 e per due anni lo ha fatto senza neanche il contratto di collaborazione che è iniziato dal 1983 e proseguito ininterrottamente fino al 2014 quando il nuovo direttivo ha fatto presente che "essendo l’Ordine un ente pubblico non economico non può avere contratti di collaborazione". E lo è dal 1986, cioè tre anni dopo l’inizio della collaborazione. Probabilmente il nuovo direttivo ha deciso di seguire la retta via, giustamente, ma la fine del rapporto di lavoro ultra-trentennale poteva comunque essere "risolto" in modo migliore. Il giudice Mezzaluna stesso al termine dell’ultima udienza ha chiesto all’Ordine a definire la vertenza. Ma ad oggi pare che non ci sia la possibilità. Pertanto a novembre prossimo si tornerà in aula per proseguire con le udienze, salvo che non ci sia un ulteriore cambio di magistrato.
Attualmente la donna, con i contributi pagati come collaboratrice riceve una pensione di 199 euro al mese, se fosse stata regolarizzata come dipendente, ruolo che realmente ricopriva, ne avrebbe potuti prendere mille. E’ questo che la ex segretaria chiede al giudice del tribunale di Grosseto.
Cristina Rufini