Cento anni fa nasceva, sessanta anni fa inventò la prima forma di didattica a distanza che, in quanto a diffusione, non ha avuto pari fino all’arrivo della pandemia da covid, quarantasette anni fa ci lasciava. Alberto Manzi, il Maestro d’Italia, nel centenario della nascita sarà ricordato con due eventi organizzati dalla Fondazione Luciano Bianciardi: il primo in programma venerdì, il secondo venerdì 29, entrambi nella sede del Polo Universitario Grossetano con inizio alle 9.30.
Si inizia con il convegno dal titolo "La scuola di Alberto Manzi nell’occhio di Bianciardi: istruzione democratica e mass media nella contemporaneità", nel quale l’attenzione sarà puntata soprattutto sulla storica trasmissione "Non è mai troppo tardi" che Manzi condusse sulla Rai dal lunedì al venerdì dal 15 novembre 1960 fino al 10 maggio 1968, mettendo in fila 484 puntate di quella che può essere considerata la prima forma di didattica a distanza.
Filmati, disegni usciti dalla mano dello stesso Manzi, supporti audio e spiegazioni grazie ai quali milioni di italiani impararono a leggere e a scrivere, molti dei quali riuscendo a conseguire formalmente la licenza elementare. Il secondo incontro, invece, sarà dedicato alle scuole sul tema "Il disegno che insegna – Una lezione di Alberto Manzi per la scuola di oggi".
Perché Bianciardi con Manzi? Perché entrambi, ciascuno a suo modo, erano dei visionari e poi perché entrambi avevano forti legami con la Maremma. Bianciardi c’era nato e maremmano si sentiva anche negli anni milanesi, Manzi c’era arrivato e si era speso anche politicamente diventando sindaco di Pitigliano.
Luca Mantiglioni